È stata una visita per affrontare a tutto tondo i problemi della Sanità astigiana, ascoltando gli operatori del settore, i loro rappresentanti e i sindacati quella effettuata martedì mattina, ad Asti, dalla candidata del centrosinistra alla presidenza del Piemonte Gianna Pentenero. Prima tappa l’ospedale Massaia dove Pentenero, accompagnata dai candidati Maria Ferlisi, Fabio Isnardi, Mauro Bosia. Giuseppe Sammatrice e Costante Marengo, ha raccolto i cahier de doléances che la politica dovrebbe cercare di valutare e risolvere per ottimizzare i costi, senza tagliare i servizi all’utenza.
Invece così non accade e i sindacati hanno avuto modo di tratteggiare un quadro molto preoccupante che riguarda vari aspetti della Sanità territoriale. «Dopo il 2010 sono iniziati i tagli – hanno detto – e per l’ospedale è iniziato un declino inarrestabile. Se continua così, siamo destinati a diventare la succursale povera di Alessandria». A Gianna Pentenero è stata denunciata la carenza di medici e infermieri, di strutture e un pronto soccorso spesso intasato che raccoglie tutte le emergenze perché il Massaia è l’unico ospedale della provincia e quindi l’unica grande struttura per oltre 210.000 persone. Con Pentenero i sindacati hanno parlato anche di Case della salute e Case di Comunità, dei consultori per i quali Asti è migliore di altre città, ma dove si può garantire un servizio ancora più performante e tempestivo.
«Quando Sergio Chiamparino era presidente della Regione la nostra Sanità era tra le migliori d’Italia, ma oggi è piombata al settimo posto nazionale – ha ricordato Pentenero – Tutte le Sanità regionali hanno avuto il Covid, tutte hanno affrontato gli stessi problemi, ma in Piemonte siamo piombati in questa situazione disastrosa perché non esiste più un piano socio sanitario e non c’è programmazione. Non si può avere un unico ospedale in tutta la provincia di Asti anche perché mi dicono che per arrivare qui da Nizza, quindi dal sud Astigiano, in certe giornate occorrono anche 45 minuti».
Pentenero propone di agire su più fronti: «Bisogna trovare soluzioni immediate per rispondere al tema delle liste d’attesa e non basta riorganizzare il tutto perché abbiamo bisogno di personale medico e infermieristico. Abbiamo necessità che queste figure professionali non vadano nella sanità privata o che diventino gettonisti solo per avere uno stipendio migliore, ma ciò può essere fatto tramite la contrattazione di secondo livello. Quando parlo di personale mi riferisco anche ai consultori che sono in una situazione drammatica in tutta la regione essendo stati ridotti all’osso».
La visita ad Asti della candidata del centrosinistra ha avuto una seconda tappa davanti all’ex ospedale di corso alla Vittoria, uno dei contenitori dismessi simbolo dell’abbandono e della mancanza di programmazione da parte della politica. «In questo caso – ha sottolineato Michele Miravalle del Pd – c’è una chiara responsabilità condivisa tra Regione e Asl». Per il centrosinistra l’attuale abbandono dell’ex ospedale «è un esempio dei tanti annunci fatti dalla Giunta Cirio e dai suoi amministratori, promesse mancate e niente più».
Infine è arrivata una critica diretta al sindaco di Asti, Maurizio Rasero, rispetto alla sua recente nomina come vicepresidente della Real Estate Asset Management, la “Ream Sgr”, controllata principalmente dalla Fondazione CrAsti e dalla Fondazione CRT al 24,17% a cui si aggiungono la Compagnia di San Paolo con il 14,6%, l’Enpam con il 10% e altri soggetti.
«Cosa fa come vicepresidente? – ha continuato Miravalle – Prende solo il gettone oppure pensa di portare progettualità su questo immobile dal momento che servono soldi e idee e, ad oggi, sull’ex ospedale di Asti, mancano entrambi».
[foto Billi]
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Pronta per la sconfitta, Pentenero? 3…2…1…