«Un ragazzo che parte per il viaggio della vita deve essere informato. Mio padre ne era convinto, aggiungendo che bisognava preparare i giovani al futuro, non al presente».
Sono le parole del noto divulgatore scientifico Alberto Angela, atteso ospite dell’incontro conclusivo di Passepartout, il festival culturale promosso dalla Biblioteca Astense in collaborazione con il Comune di Asti e la Regione Piemonte. Sedici gli incontri organizzati con ospiti autorevoli, svoltisi tra cortile della biblioteca e Palco 19, sotto il titolo “Limiti”.
Intitolato “Seminare cultura, la nuova frontiera”, l’incontro ha visto sul palco, oltre ad Alberto Angela, anche Francesco Profumo, già Ministro dell’Istruzione ed ex rettore del Politecnico.
Dopo la lettura di un brano tratto da “L’ultimo giorno di sole” di Giorgio Faletti, cui il festival era dedicato nel decennale della scomparsa, l’incontro si è sviluppato sotto forma di dialogo tra i due ospiti.
Il ricordo di Piero Angela
Profumo ha dapprima stimolato Angela a tratteggiare un breve ricordo del padre Piero, cui peraltro è stato dedicato l’intero festival, di cui «era grande amico», come aveva sottolineato più volte il direttore scientifico Alberto Sinigaglia.
«E’ bello tornare nelle terre amate da mio padre – ha affermato Alberto Angela – che era piemontese e in casa spesso utilizzava parole in dialetto».
Da parte sua Profumo, amico di Piero Angela, ha voluto ricordare principalmente un aspetto: l’attenzione che rivolgeva ai giovani. «In occasione di una edizione del Festival della comunicazione di Camogli – ha raccontato – mi aveva invitato a colazione, confidando che era preoccupato per il futuro dei giovani, che secondo lui spesso facevano scelte non consapevoli che poi li portavano al fallimento, per esempio all’abbandono degli studi. E aggiungeva che la colpa era di noi adulti, che non li mettevamo nelle condizioni di “scegliere sapendo”. Così mi aveva proposto di mettere in atto un progetto di orientamento evoluto, che aveva già illustrato ad alcuni rettori di università italiane, ma senza risultato. Ho così deciso di aiutarlo, riunendo alcuni colleghi con cui abbiamo cominciato a pensare il format. L’idea era mischiare ragazzi di età diverse e consentire loro di incontrare illustri ospiti provenienti da diversi ambiti professionali, disponibili a rispondere alle loro domande. Appuntamenti che avevano l’obiettivo di stimolare i ragazzi molto tempo prima di effettuare scelte importanti».
Il progetto di orientamento
Il progetto, partito da Torino, si è poi diffuso in diverse città e ha visto l’intervento di illustri relatori, dal fisico Carlo Rubbia al filosofo Luciano Floridi, e a beneficio di tutti è stato poi messo a disposizione anche sulla televisione digitale. «Nella parte finale della sua vita – ha confermato Alberto Angela – mio padre aveva a cuore il futuro dei giovani. Era l’eredità che voleva lasciare, dando ai ragazzi gli strumenti per fare scelte consapevoli».
Su stimolo di Profumo, si è poi parlato del problema demografico. Eloquenti i dati. «Nel 2014 sono nati in Italia 800mila bambini – ha annotato – ma ad arrivare alla laurea sono stati in 180.000 (22%). Considerando che nel 2023 sono nati 372mila bambini, stiamo parlando di una vera tragedia per il Paese. A questo riguardo ricordo che Piero diceva che la demografia era il problema dell’Italia».
La divulgazione della cultura
Il discorso si è poi allargato alla divulgazione della cultura, tra i giovani ma non solo. «Con i ragazzi bisogna essere diretti, chiari e semplici – ha affermato Angela – trasmettendo al contempo emozioni ed entusiasmo, che è la forma di comunicazione più potente».
«La semplicità, però – ha continuato – è fondamentale sempre. Mio padre mi aveva insegnato a tradurre in modo semplice anche ciò che era complicato, utilizzando parole di uso comune e facendo tanti esempi. Aveva inoltre diffuso l’idea che era importante essere affamati di conoscenza, che è nutrimento per la mente, con serenità. Basti pensare al modo pacato, sereno e amichevole con cui affrontava in modo approfondito qualsiasi argomento, peraltro in un’epoca in cui tutto è molto rapido e la comunicazione è spesso dominata da titoli “acchiappaclick”».
Tra numerosi aneddoti familiari e professionali, Angela ha concluso con un messaggio positivo. «Ho speranza nelle persone. Basti riflettere sul fatto che in Italia possiamo andare in onda in prima serata, al sabato, con programmi di divulgazione scientifica, che quindi fanno ascolti. Un ottimo risultato che penso derivi anche da fatto che siamo costantemente immersi tra le bellezze di una cultura che ci regala capolavori ad ogni secolo».
Il saluto di Roberta Bellesini
Al termine dell’incontro il saluto di Roberta Bellesini, presidente della Biblioteca Astense, che ha riassunto gli stimoli derivanti dai vari argomenti trattati durante il festival. «Il messaggio forte e chiaro che è arrivato da ogni incontro di questa edizione – ha sintetizzato – è che parole come consapevolezza e competenza devono entrare nel nostro linguaggio quotidiano, per non lasciare che mediocrità e superficialità si insinuino nelle nostre vite. Il nostro augurio è che da stasera, davanti a situazioni che non ci rappresentano, che non parlano di bellezza e umanità, sia più chiaro il senso dei limiti da non attraversare».