Una battaglia legale per poter cucinare e confezionare l’erbazzone a Buttigliera, a molta distanza dal territorio in cui è nato e del quale è uno dei piatti portabandiera, ovvero Reggio Emilia.
La Sfoglia Torino, azienda leader italiano nei semilavorati di pasta sfoglia per la grande distribuzione con sede a Buttigliera, nel 2017 aveva acquisito la Righi, nota azienda reggiana che, fra le altre cose, produceva l’erbazzone per la grande distribuzione. L’erbazzone è una torta salata reggiana con ripieno molto saporito a base di spinaci e parmigiano reggiano.
Uno di quei piatti che identificano il territorio e per il quale è nato un Consorzio del quale fanno parte attualmente cinque aziende. Le stesse che, anni fa, hanno avviato il complesso iter di ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta per il loro erbazzone, in modo da avere sempre più aderenza fra territorio e prodotto esportato come eccellenza italiana.
Il Ministero delle politiche agricole il 4 giugno scorso ha riconosciuto l’Igp per l’erbazzone, dando il via libera al passaggio in Unione Europea per il decreto finale. Ma non c’è stato tempo di festeggiare perchè il Consorzio, rappresentato dagli avvocati Pagliani e Dallari, ha dovuto prendere atto della decisione della Sfoglia Torino che ha fatto ricorso al Tar del Lazio (per competenza sulla decisione del Ministero) contro questa decisione.
Perchè? «Perchè, come ammesso dalla stessa azienda piemontese – dice l’avvocato Dallari – intende trasferire la produzione dell’erbazzone nella sede a Buttigliera d’Asti e dunque fuori dal perimetro consentito dall’Indicazione geografica protetta». Questo ricorso inevitabilmente sta bloccando la decisione dell’Ue, quell’ultimo “miglio” tanto atteso dal consorzio reggiano.
Nella giornata di lunedì al Tar del Lazio si è tenuta l’udienza per la sospensiva della decisione del Ministero ma ancora non se ne conosce l’esito.
Sulla vicenda i legati di Sfoglia Torino, contattati, hanno riferito di non voler rilasciare commenti.