L’Asl di Asti è davvero in procinto di cambiare, ancora una volta, il suo Direttore Generale? Sì, la notizia è confermata dal nuovo assessore regionale alla Sanità, Federico Riboldi, che ha affrontato il caso di Asti come prima incombenza trovata sulla scrivania. «In realtà non c’è alcuna revoca, ma è il dottor Francesco Arena ad andare in pensione, a luglio. Per questo motivo, come già definito in passato dalla Regione, non potrà esserci la proroga del mandato». Per Riboldi si tratta di una decisione difficile «perché Arena è casalese come me, ci conosciamo da una vita e ho la massima stima di lui e delle sue competenze; ma pur a malincuore non potrà continuare ad essere il Direttore Generale dell’Asl di Asti». È probabile che la nomina del successore avverrà tra agosto e settembre per consentire al nuovo Direttore di prendere servizio entro l’inizio dell’autunno. «Cercheremo un Direttore Generale – conclude l’assessore Riboldi – che possa dare continuità all’azienda».
L’allarme lanciato dal NurSind
A lanciare l’allarme per il cambio dei vertici dell’Asl sono in tanti, dal sindacato delle professioni infermieristiche NurSind ai politici di centrosinistra. Un allarme che, secondo molti, rappresenterebbe un segnale di scarsa attenzione verso la Sanità astigiana da parte della Regione Piemonte considerato che l’attuale Direttore Generale è entrato in carica solo il 1° maggio dell’anno scorso. «Auspichiamo che il nuovo Governo Regionale voglia assicurare continuità a questa Direzione Aziendale con la quale il sindacato sta lavorando produttivamente e costruttivamente. – commentano dal sindacato – Ci preoccupano le voci che parlano di un nuovo imminente cambio». Il sindacato ricorda che negli ultimi cinque anni si sono susseguiti ben tre Direttori Generali e un Commissario. «Riteniamo che sia importante, oltre che necessario, assicurare continuità, quella continuità che purtroppo negli ultimi anni è venuta a mancare nella nostra Asl e che spesso ha determinato immobilismo per ovvie ragioni».
Anche dal centrosinistrai timori per l’addio di Arena
A rilanciare e condividere i timori del NurSind è la capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Maria Ferlisi: «La continuità è un elemento fondamentale per garantire la realizzazione efficace dei progetti e delle iniziative che mirano a migliorare i servizi sanitari della nostra comunità. È evidente che ogni nuovo Direttore Generale necessita di tempo per comprendere le dinamiche interne, valutare le priorità e instaurare rapporti di fiducia con il personale e le organizzazioni sindacali. Questo processo continuo di adattamento non fa che rallentare il progresso necessario per affrontare le sfide della sanità locale. Il Pd – continua la consigliera – ritiene che la stabilità e la continuità gestionale siano elementi essenziali per garantire il benessere dei lavoratori dell’Asl At e per assicurare un servizio sanitario efficiente e di qualità alla cittadinanza. Per questo motivo, ci impegniamo a dialogare con il nuovo Governo Regionale affinché prenda in seria considerazione l’importanza della continuità ai vertici dell’Asl di Asti. Riteniamo fondamentale che le decisioni riguardanti la nomina dei dirigenti sanitari siano orientate da criteri di stabilità e competenza, piuttosto che da logiche politiche».
Contro l’ipotesi di nominare l’ennesimo Direttore Generale sono anche i consiglieri comunali Vittoria Briccarello e Mauro Bosia di Uniti si può. «Il dott. Arena ha avuto il pregio di ripristinare un clima lavorativo ed ambientale in Asl reso impraticabile dal suo predecessore che, giusto per non dimenticare, era ottimo amico dell’ex vice presidente della Regione Carosso, fortunatamente “demansionato” anche lui, e da questi difeso strenuamente – commentano i due consiglieri – Con Arena era iniziato un dialogo che, al di là dei problemi generali e nazionali, quali la problematica delle liste d’attesa, sembrava poter dare buoni frutti quanto meno sul piano del reciproco ascolto. Asti è l’unica provincia del Piemonte con un solo ospedale verso il quale afferiscono circa 180 mila abitanti, ma il Cardinal Massaia è anche l’ospedale del Piemonte che offre un numero di posti letto inferiore alla media del numero di posti letto della Regione. È pertanto fondamentale che il nuovo presidio della Valle Belbo, non solo venga concluso in fretta, ma offra servizi e prestazioni in grado di alleggerire il Cardinal Massaia oggi stremato in alcune situazioni, quali ad esempio il Pronto Soccorso».
Tante le criticità astigiane
Ma ci sono altre necessità sollevate da Uniti si può: «Accanto al Presidio della Valle Belbo che garantisca prestazioni “di peso” occorre un piano preciso di interventi sul territorio volti a garantire una distribuzione di prestazioni e servizi sempre capaci di ridurre il peso sull’Ospedale Massaia. È del tutto evidente che, senza organici, ogni progetto e mappatura degli interventi nell’ambito della Asl risulta essere un “abbaiare alla luna”. Ciò non di meno le problematiche gravi che sopporta questa provincia vanno evidenziati: l’Hospice per malati oncologici e anche terminali con i 12 posti letto previsti dalla Regione, non può essere rinviato, l’invecchiamento della popolazione deve essere affrontato con la revisione e il potenziamento di tutti i Piani regionali delle cronicità, deve essere previsto un Piano sinergico con le Rsa affinché non si continui ad assistere a ricoveri impropri di anziani provenienti dalle strutture. La Regione prenda atto del fallimento del Cup regionale e predisponga un piano vero, non come quello del 2022, per l’abbattimento delle liste d’attesa».