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Le vacanze astigiane restituiscono il sorriso ai bambini ucraini che vivono in guerra

Fino a fine mese un gruppo di ragazzini provenienti da Zaporizhzhia sono ospiti dei famiglie che hanno raccolto l’appello dell’associazione Smile per Chernobyl

Valeriia, Alina, Oleksandra, Polina, Sophia, David: le bambine hanno 12 anni, David invece è più grandicello con i suoi 15 anni e da un po’ di giorni stanno vivendo una vacanza molto speciale.
Loro vivono in Ucraina, a Zaporizhzhia, città martoriata dai bombardamenti russi, sede di una centrale nucleare che solo nel febbraio scorso è stata colpita e dove hanno costruito una scuola sotterranea per far tornare sui banchi i bambini nonostante la guerra.
Dopo due anni e mezzo sotto i bombardamenti, la vacanza in Italia assume per loro i contorni di un sogno. E a regalarlo è stata l’associazione Smile per Chernobyl di Asti insieme alla “gemella” che opera ad Imperia.
Associazioni nate per accogliere d’estate i bambini che vivono nei dintorni di Chernobyl per farli vivere almeno un mese in zona decontaminata e che, dopo il Covid (e la stretta del governo bielorusso sui viaggi dei ragazzini all’estero) si sono “convertite”. Quest’anno hanno accolto bambini ucraini che fortunatamente non hanno problemi di contaminazione nucleare ma hanno il cuore e la fantasia minati da una guerra che non sembra finire.
«Abbiamo trovato famiglie meravigliose a Villafranca, Castell’Alfero, San Marzanotto e Asti che hanno raccolto il nostro appello – dice Giusy Vercelli, referente del progetto – e hanno accolto i ragazzini. In questi primi giorni li hanno portati in piscina, siamo andati allo Zoom Park, sono stati iscritti a centri estivi di riferimento. Anche se ora la maggior parte di loro è in vacanza con le famiglie nelle seconde case al mare».
I ragazzini ucraini hanno dimostrato di adorare l’acqua e il mare. Ma anche il cibo italiano e ogni cosa proposta dalle loro famiglie ospitanti.
«Sono ragazzini molto educati e riconoscenti, che ringraziano per tutto – dice ancora la referente – è un piacere averli in famiglia con noi ed è molto gratificante vedere i loro sorrisi, la ritrovata spensieratezza e l’entusiasmo con il quale parlano di noi alle loro famiglie».
L’ostacolo della lingua è stato superato con il traduttore di Google e qualcuno di loro ha già imparato qualche parola di italiano.
Resteranno nell’Astigiano fino al 30 luglio e poi torneranno in patria con il bagaglio di ricordi di questa vacanza un po’ speciale.

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