Primo incontro pubblico per l’imprenditore astigiano Andrea Amalberto, per sei anni alla guida dell’Unione industriale, in veste di presidente di Confindustria Piemonte.
Nei giorni scorsi, a Torino, si è infatti svolta la presentazione dell’indagine congiunturale piemontese per il terzo trimestre dell’anno, una sorta di “fotografia” sullo stato di salute del comparto industriale regionale.
Presidente, cosa emerge dai dati?
È evidente come, per quanto riguarda le previsioni relative al terzo trimestre, pesino da un lato le incertezze legate alle varie tornate elettorali appena concluse, dall’altro il rallentamento della produzione industriale sia in Francia che in Germania. Trattandosi dei due principali partner commerciali, l’effetto sulle nostre esportazioni, e soprattutto sulle filiere dentro cui operano, è immediato.
Ciononostante, registriamo un saldo positivo su investimenti e occupazione che indica chiaramente come la vocazione alla crescita delle nostre imprese sia forte. L’aumento del possibile ricorso alla cassa integrazione, che non è mai un segnale positivo, è fortemente collegato alle difficoltà del settore automotive, che è il cuore della nostra manifattura. Industria 5.0 e ulteriori incentivi sul settore auto, quindi, sono strumenti a disposizione del Governo su cui le nostre imprese devono poter contare al più presto.
La situazione del settore automotive è quindi tra i temi più urgenti sul suo tavolo?
Sì, anche se è una questione legata anche alla volontà di un’azienda. Noi speriamo che la “testa pensante” del gruppo, o perlomeno uno dei centri di ricerca e sviluppo, rimanga a Torino. E speriamo che l’idea di arrivare al milione di auto prodotte in Italia non sia solo tale, ma diventi realtà.
Le questioni sul tavolo
Altri temi urgenti?
Indubbiamente ci sono problematiche legate al settore tessile nel Biellese e il lavoro di programmazione con la nuova giunta regionale, con cui bisognerà iniziare il dialogo per pianificare le attività dei prossimi anni, riprendendo anche i temi che erano sul tavolo della precedente Giunta. Attività che mi occuperà fino all’inizio di ottobre.
In riferimento all’insediamento della Giunta Cirio bis, quali saranno le vostre richieste?
Stiamo approntando i dossier. La prima questione, che il presidente Alberto Cirio conosce bene, riguarda gli impegni presi in campagna elettorale, che sicuramente saranno mantenuti. Tra questi, per quanto riguarda il territorio astigiano, l’attivazione di un ITS (Istituto Tecnico Superiore, un corso post diploma diverso dal percorso universitario, ndr) focalizzato sulla Meccatronica. Progetto che vede in cabina di regia l’Unione industriale di Asti, Confindustria Alessandria e la Camera di Commercio Alessandria – Asti.
La richiesta per ora è stata avanzata verbalmente, ma spero che questo progetto veda la luce, previa autorizzazione da parte della Regione Piemonte. Sarebbe importante per rispondere alle esigenze di reperimento di personale qualificato da parte delle aziende.
E riguardo a infrastrutture e lavori pubblici?
Se riuscissimo a realizzare i progetti in itinere sarebbe già un ottimo risultato. Bisogna concretizzare il ragionamento sui retroporti, procedere con l’autostrada Asti Cuneo, che non è ancora ultimata anche se sembra sempre che la parola “fine” sia vicina, e risolvere i problemi legati al trasporto ferroviario. In generale, comunque, posso dire che come Confidustria dialogheremo con i vari assessori in merito a tutte le nostre richieste. Confidando che, nei limiti del bilancio regionale, abbiano la volontà di cercare di venire incontro al nostro sistema: siamo il motore dell’Italia e delle nostre province.
LUIGI COSTA, PRESIDENTE DELL’UNIONE INDUSTRIALE
Per quanto riguarda la provincia di Asti, i risultati dell’indagine congiunturale per il terzo trimestre 2024 forniscono aspettative decisamente caute. Rimangono in ambito negativo, perdendo alcuni punti percentuali rispetto alla rilevazione di marzo, le aspettative inerenti a produzione, redditività, ordini export. Le aspettative sulla produzione perdono circa quattro punti percentuali e passano in ambito negativo. Ancora positive invece le aspettative sull’occupazione, pur subendo una contrazione.
Risulta ancora consistente il numero di aziende che prevede di effettuare investimenti significativi nei prossimi mesi.
In leggero aumento la previsione da parte delle imprese riguardo all’utilizzo della cassa integrazione e in diminuzione rispetto al trimestre precedente il tasso di utilizzo degli impianti.
«Le aspettative espresse dagli associati che hanno risposto alla nostra indagine – commenta Luigi Costa, presidente dell’Unione industriale – delineano un atteggiamento di cautela, derivante sicuramente dalle preoccupazioni a livello geo-politico internazionale. Le nostre imprese si sono dimostrate sempre resilienti agli avvenimenti di questi ultimi anni, ma hanno assoluta necessità di un Paese che creda fortemente nell’industria come fattore abilitante della crescita, soprattutto in questa fase in cui non si è al riparo da nuove incertezze. Rimane una priorità un intervento coraggioso e strutturale sul costo del lavoro, così come serve migliorare il Piano Industria 5.0».