Si intitola “Il morso della mela – o la colpevole anoressia” l’ultimo libro, pubblicato da Mimesis, dell’astigiana Angì Perniola, per anni insegnante di italiano e storia negli istituti superiori e, attualmente, caporedattrice della rivista “Agalma”.
Un romanzo che affronta il tema dell’anoressia e i vari fattori psicologici ed emotivi ad esso legati. “Un argomento che mi ha sempre affascinato – sottolinea la scrittrice – il cibo occupa una parte importante nella vita di ognuno ed è qualcosa che va al di là del semplice nutrimento, con risvolti spesso estremamente interessanti. Anoressia, infatti, non significa solo mancanza di appetito: è una vera e propria malattia e a me – continua – incuriosiva sapere cosa c’è dietro”.
La ricerca
Ciò che l’autrice ha voluto ricercare attraverso “Il morso della mela” è, stata, dunque la causa scatenante di certi comportamenti, quindi, attraverso Aura la protagonista, ha cercato di dare una sua personale versione. “Certi segnali sono traducibili e indicano un malessere – osserva Perniola – di anoressia alimentare se ne parla da anni e la mia interpretazione è rivolta più ad una “colpa”, ma potrebbero essercene altre come l’immagine distorta di sé, il senso di inadeguatezza, la ricerca della perfezione”.
Un romanzo che scava nel profondo e che, attraverso un’esperienza difficile, porta Aura a scoprire una parte sconosciuta della sua personalità, ma anche a maturare, riuscendo così, attraverso un percorso lungo e complesso, ad avere nuove visuali di vita.
“Il messaggio positivo di questo libro – conclude Angì Perniola – è che nel caso di Aura, prendendo coscienza della “colpa”, analizzandola e superandola, ha superato il problema”.
Un romanzo nato dalla ricerca, dalla sensibilità e dal desiderio di capire ispirato, in parte, anche dal volume di Rudolph Bell “La santa anoressia. Digiuno e misticismo dal Medioevo a oggi” in cui sono riportati i casi di Chiara da Montefalco, Caterina da Siena e Veronica Giuliani, tre donne accomunate dalla convinzione che per raggiungere lo stato di santità bisognasse sopprimere ogni desiderio, in primis quello del cibo.