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Asti, i Servizi Sociali del Comune estendono la “rete” per aiutare gli anziani in difficoltà

Tante le iniziative promosse tramite il nuovo Punto Unico di Accesso: dai servizi a domicilio a una maggiore attenzione contro le truffe

Ridurre i ricoveri degli anziani in strutture sanitarie, case di riposo o istituti dedicati, allargare la “rete di protezione” che possa intercettare eventuali disagi socio-assistenziali, formare sempre di più gli anziani affinché non cadano vittime di truffatori senza scrupoli. I Servizi Sociali del Comune di Asti stanno portando avanti una serie di iniziative, la maggior parte delle quali tramite il P.U.A (Punto Unico di Accesso) per intervenire e soccorrere anziani soli, privi di reti famigliari solide oppure con danni a livello cognitivo. L’obiettivo è cercare di mantenere questi soggetti nelle rispettive abitazioni, ridurre l’istituzionalizzazione, promuovendo il “community work” attraverso lo sviluppo delle reti territoriali e il coinvolgimento di associazioni, circoli ricreativi, cooperative, sindacati e parrocchie, ma anche con il supporto degli amministratori di condominio.

Grazie a 30.000 euro erogati dal bando invecchiamento attivo della Regione, il Comune sta promuovendo la permanenza al domicilio degli anziani tramite il lavoro di assistenti sociali, incontri formativi con i caregiver, fondi per pulizie straordinarie per rendere di nuovo abitabili alloggi di accumulatori seriali, quest’ultimi in aumento anche in città. «Queste persone, affette da disposofobia, ci vengono segnalate dalle forze dell’ordine, dalle oss o dai vicini di casa – spiega il dirigente dei Servizi Sociali Roberto Giolito – Di solito sono persone sole, non per forza anziane e spesso si tratta di assegnatari di case dell’Atc». Il Comune ha anche ricevuto, per il terzo anno consecutivo, un contributo ministeriale, tramite la Prefettura, per prevenire e contrastare le truffe agli anziani. Per questo saranno portate avanti azioni informative nei principali luoghi di aggregazione degli over 65enni (circoli e associazioni), ma anche organizzati eventi dedicati come quello in programma sabato 21 settembre ad Astiss promosso dall’Ada Asti Cuneo.

Per attuare tutti i progetti in programma è stato riconvocato il Tavolo anziani, sospeso allo scoppio della pandemia. «Sono stati realizzati due incontri nei quali è stato discusso il ruolo delle associazioni, dei sindacati, dei circoli ricreativi, delle cooperative e delle parrocchie coinvolte – spiegano gli amministratori – Si è concordato di realizzare una mappatura delle realtà territoriali, suddivisa in zona, che siano disponibili ad assumere il ruolo di “antenne” capaci di intercettare il bisogno dell’anziano e inviarlo verso il servizio più opportuno». Ad oggi le realtà coinvolte sono l’Associazione Alzheimer, Auser, Anteas, Ada, Spi Cgil, Fnp Cisl, Uilp Uil, Fap Acli, la Cooperativa La Strada e Passi Solidali.

«Ad Asti il 27,5% della popolazione è composto da ultra 65enni – aggiunge Giolito – e gli ultra 80enni sono raddoppiati in 20 anni. Calcoliamo che nei prossimi due decenni un cittadino su tre avrà più di 65 anni e quindi parliamo del 35% della popolazione». Per quanto riguarda il P.U.A., circa 500 persone all’anno ricorrono allo sportello comunale: il 30% ottiene un contributo economico Gr3, il 25% prestazioni di assistenza domiciliare, il 20% viene accolto in strutture, il 10% usufruisce di pasti a domicilio e un altro 10% ottiene prestazioni a valenza sanitaria tramite oss a domicilio. Ad illustrare tutta l’attività svolta dal Comune in favore degli anziani in difficoltà sono stati, oltre al dirigente Giolito, il sindaco Maurizio Rasero, l’assessore ai Servizi Sociali Eleonora Zollo, la funzionaria Ornella Lovisolo, l’assistente sociale Matilde Pavese e l’educatrice professionale Maurizia Giavelli.

Da parte di Rasero è arrivato un ringraziamento a tutto il team di lavoro «che contribuisce a dare risposte ai nostri concittadini, le più diverse possibili, tenuto conto che la popolazione invecchia e la vita si allunga». Risposte, come ha evidenziato dall’assessore Zollo, «che arrivano grazie a progettualità e attività di prevenzione permettendo agli anziani di restare al loro domicilio». Sul tavolo anche un nuovo progetto per sostenere l’invecchiamento attivo che, se approvato, consentirà di proseguire le attività anche nel 2025. Si tratta di un progetto volto a realizzare formazioni specifiche, rivolte ai referenti delle antenne territoriali, «per fornire strumenti di conoscenza sul ruolo e le modalità di accesso ai Servizi Sociali».

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