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Asti, anche il manifesto funebre di Massimo Cotto è un inno al rock

La famiglia ha scelto l’iconico simbolo dei Rolling Stones come omaggio alla vita musicale di Massimo. Tantissimi big della musica lo ricordano sui social

Non poteva essere altrimenti. In un momento di infinita sofferenza, la famiglia di Massimo Cotto non ha tradito la profonda anima rock che ha sempre guidato la sua vita professionale e gli ha reso omaggio con un manifesto funebre decisamente insolito ma di grande tenerezza.

La foto di Massimo da una parte e l’iconica bocca rossa con la lingua fuori dei Rolling Stones dall’altra. E poi quella frase bellissima, sempre di Massimo: “…per piangere c’è tempo, per piangere c’è sempre tempo”, come invito a non lasciare che il dolore, seppur grandissimo, copra il tanto bello e importante che ha donato e ricevuto in dono in vita.

Questo lo spirito con il quale sono invitati a presentarsi coloro che fra poco potranno salutarlo per l’ultima volta alla camera ardente allestita al Teatro Alfieri. Vi si potrà accedere dalle 15 di oggi fino a lunedì poco prima della partenza del feretro per la parrocchia Don Bosco dove, alle 15,30 si terrà il funerale.

Intanto i social sono invasi da ricordi e pensieri in sua memoria, con una carrellata di foto che lo vedono accanto ai più grandi nomi della musica italiana e non solo.

Uno dei primi è stato quello del cantautore Francesco Guccini che gli ha dedicato “Caro Massimo, se sei nel vento, che soffi musica per accompagnare il tuo viaggio”.

Commovente il post della pagina di Virgin Radio Italy, la “seconda casa” di Massimo Cotto che lo ricorda come conduttore fenomenale ma anche molto di più. “Le sue interviste sono magistrali. Giornalista straordinario, scrittore, autore, attore di teatro sempre con la voglia di raccontare e (incantare) stupire chi aveva di fronte o all’ascolto. In tutti questi anni ci ha sempre dato il Buongiorno con il sorriso e con il suo inconfondibile umorismo (non dimenticheremo mai le sue battute), tenendoci compagnia con una passione infinita per la musica e per tutte le forme d’arte”. La collega Ketty Passa che posta: “Non smetteremo mai di parlare di te. Un piacere seguirti, un onore conoscerti come amico e averti come collega. Un mondo senza di te è decisamente peggiore”.

Per Piero Pelù con Massimo se ne è andato un fratello, prematuramente e ingiustamente. Con una promessa: “Ci mancherai per un milione di ragioni, caro Max e sono sicuro che anche noi ti mancheremo ma sappi, fratello mio, che questa nostra separazione coatta non impedirà alla nostra storia iniziata 33 anni fa di continuare a produrre spettacoli, incontri, racconti, informazioni, surreali cazzeggi e degustazioni di vita come abbiamo sempre fatto insieme”.

Per Roby Facchinetti la scomparsa di Massimo Cotto è una perdita inestimabile per il mondo della musica italiana, e non solo, perché la sua passione e la sua profonda conoscenza hanno arricchito le vite di tanti.

Parole commoventi anche da Vinicio Capossela: “La gioia della musica che lo faceva alzare anche di mattina prestissimo per abbracciare tutta la fascia d’ascolto dell’onda radiofonica era sempre comunicata. Grande il dispiacere per questa improvvisa partenza per la grande tournée”.

“Perché ci lasciano sempre i migliori?” si chiede Irene Grandi mentre Ron, addolorato scrive “Ricordo l’ultima intervista con lui e il suo sapere, la sua intelligenza nel cercare la verità attraverso il lavoro che amava tanto”.

Ricordi privati quelli che Enrico Ruggeri affida ai social: “Un libro scritto insieme, interviste, tanti spettacoli, un tour invernale l’anno scorso: questo è quello che avete visto. Dietro ci sono cene, racconti, notti passate a chiacchierare, discussioni, telefonate, screzi, risate fino alle lacrime. Questa è la storia di un’amicizia vera”.

E fra i più commoventi anche il post di Francesco Renga: “Dovevamo vederci ad Asti, nella tua città, per il concerto che tu avevi organizzato ma Chiara mi aveva già detto tutto. Non volevo crederci perché è impossibile pensare a qualsiasi cosa senza di te. Sei una costante della mia esistenza, non solo professionale, soprattutto umana e lo sarai ancora perché certe cose non si perdono mai, magari restano nascoste”.

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