Era tutto scritto. Tutto programmato. A curare la regia di un meraviglioso film colorato di biancorossoblu ci ha pensato da lassù Giovanni Penna, dal maggio di 15 anni fa non più con noi. Il suo “l’è turna ura” pareva aleggiare sulla piazza, in un soffio che ha spinto il generoso popolo della Torretta al suo quarto trionfo da quando il Palio è tornato a vivere. L’eredità di Giovanni è stata raccolta in maniera magistrale dal figlio Davide, Rettore esordiente e passionale, che in sintonia con la commissione corsa del suo Comitato non ha avuto dubbi nell’andare a cercare quale fantino Antonio Siri, detto Amsicora (Guerriero Sardo) per affidargli le sorti della sua Torretta in Piazza Alfieri.
E Siri, che l’anno passato nel nostro Palio aveva rischiato di morire in seguito ad una bruttissima caduta avvenuta nella curva della mossa, ha ripagato in pieno la fiducia accordatagli rendendosi protagonista di due corse magistrali, batteria e finale, entrambre condotte con equilibrio e perfetta gestione dello sforzo della sua Chimera da Clodia, splendida grigia di sei anni figlia di Bombolino e approse giunta ad Asti al meglio delle sue condizioni fisiche. Davide Penna, Antonio Siri e Chimera da Clodia sono stati i punti cardine di un Comitato che non festeggiava la vittoria dal 2013, quando fu Giuseppe Zedde su The Killachy Kid a trionfare sotto il rettorato di Giovanni Spandonaro, che ironizzava, durante la camminata trionfale verso la chiesa: «Alcuni sostenevano di vederci un po’ sbiaditi ed allora per ridare questa presunta mancanza di lucentezza ai nostri colori abbiano pensato di portare a casa il Drappo.»
Campane a festa nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes, con tantissima gente ad attendere l’arrivo del Palio per dare sfogo ad una sfrenata esultanza. La Torretta ha vinto con merito, superando una batteria tutt’altro che agevole, la prima, nella quale ha dovuto misurarsi con Santa Caterina, San Lazzaro e Baldichieri, altre accoppiate di spicco, senza scordare San Silvestro, mina vagante della competizione. Antonio Siri, fantino tanto bravo ma stranamente mai cercato con insistenza dai Comitati cittadini più blasonati.
Andando a ritroso nel tempo è significativo ricordare gli altri due Palii vinti dai biancorossoblu dal 1967 ad oggi: nel 1976 fu Luigi De Pascale a vincere con l’accoppiata formata da Mariolino Beccaris e dal cavallo Cel. Un lungo salto avanti nel tempo, 28 anni, ci porta al 2004, annata nella quale il Borgo ad ovest della città primeggio con il fantino Giuseppe Zedde, detto Gingillo, sul purosangue Ergo Song, Alla guida del Comitato vi era Roberto Carosso, apparso commosso durante la celebrazione dell’ultinmo trionfo di domenica scorsa.
La Torretta, c’è da starne certi, festeggerà in modo totale la conquista del Drappo dipinto dal maestro Stefano Bressani. Un Palio attesissimo è andato in archivio: la bandiera biancorossoblu sventola in Piazza San Secondo per ricordare a tutti, astigiani e non, che a conseguire l’ultimo successo nel Palio Astigiano, disputato il primo settembre è stato il Borgo Torretta, così tanto amato dal compianto Giovanni Penna e oggi brilante protagonista grazie ad un altro Penna, Davide, che saputo onorare il ricordo di suo padre come meglio non avrebbe potuto.
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