Ha trascorso oltre un anno e mezzo con un palo del telefono che minacciava di crollare sul suo capannone, essendosi inclinato a causa del maltempo. Poi, di recente, un altro palo del telefono, sempre vicino all’orto di casa, è improvvisamente crollato finendo sul terreno e portando con sé il vecchio cavo della linea dismessa. Alla fine, temendo per la sua incolumità, la signora Annamaria Arrobbio, residente nella zona di Pontesuero, si è rivolta al nostro giornale per chiedere aiuto.
«Avevo segnalato alla Tim che quel palo rischiava di cadere sul mio capannone ed era anche venuto un tecnico il quale mi aveva detto che non si poteva fare nulla per mancanza di soldi. Poi, il maltempo di alcune settimane fa, ha abbattuto un secondo palo. Ma anche in questo caso, pur segnalando il problema due volte al call center, tutto era rimasto com’era». Alla fine ha preferito rivolgersi al giornale grazie al quale il problema del palo pendente è stato risolto in 24 ore.
Il giornale ha preso carico della segnalazione, ha contattato il gestore della rete che ha affidato ai tecnici di FiberCop l’incarico, immediato, di rimuovere il palo pericolante e di sistemare l’area. «Ringrazio La Nuova Provincia perché è con il suo aiuto che, dopo tanto tempo, mi sento al sicuro quando esco nell’orto. I tecnici sono stati molto efficienti e almeno il problema più grave è stato risolto».
I tanti problemi di Pontesuero
Ne restano altri, questa volta imputabili al Comune. «La zona di Pontesuero è davvero carente di servizi basilari, come gli autobus, se escludiamo quelli degli studenti in orari scomodi – spiega la nostra lettrice – Infatti, se volessi prendere un pullman di linea devo andare in corso Casale, vicino a via Madre Teresa di Calcutta. Una volta l’Asp puliva le fosse biologiche, adesso dobbiamo pagare l’intervento a privati e dove abito io non arriva neanche il metano».
C’è poi la questione del torrente Versa «dove alberi e piante, caduti anche durante i vari nubifragi, ostruiscono in parte il deflusso» Torrente che, ricorda la nostra lettrice, «non viene pulito integralmente dal 1994». Un altro pericolo è dato dalle moto che sfrecciano lungo la strada di collegamento tra località Valleversa e il bivio per la tangenziale. «Le forze dell’ordine passano, – spiega la donna – ma non riescono a fermare questi motociclisti cogliendoli sul fatto».
«Insomma, ci sentiamo abbandonati a noi stessi e i politici si ricordano che esistiamo solo quando vengono a chiedere i voti – conclude la signora Arrobbio – Anche noi paghiamo le tasse e le bollette arrivano sempre puntuali, però non abbiamo, non dico gli stessi servizi di chi vive al centro, ma neanche la metà di essi. Se fossimo sotto un altro Comune staremmo meglio».
[nella foto il palo della Tim prima della rimozione di alcuni giorni fa]