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Verso il Festival delle Sagre

Castell’Alfero al Festival delle Sagre: cuore oltre l’ostacolo e tanto entusiasmo

Tutto nuovo per il giovane staff della Pro loco che porta in piazza trippa in umida, la “testa in cassetta” e, in sfilata, la costruzione di una chiesetta

Una Pro loco rinnovata e ringiovanita che ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e, guidata da Matteo Barbano, ha scelto di tornare, dopo tantissimi anni, al Festival delle Sagre di Asti.
Una decisione che ha portato ad un superlavoro per il gruppo direttivo: casetta da ricostruire, sfilata da inventare, piatti da scegliere e staff di cuochi da organizzare per essere in grado di servire migliaia di porzioni.
Ma l’entusiasmo è tanto e l’efficienza dimostrata nelle feste patronali sempre molto affollate dimostrano che sono in grado di affrontare i grandi numeri.
«Per la sfilata abbiamo scelto un tema che rende onore al nostro territorio e alla nostra comunità – spiega il presidente Barbano – Qui ogni famiglia conosce la bella storia di solidarietà che ha portato alla costruzione della chiesetta in Borgo Stazione. Un gruppo di case che, soprattutto dopo la seconda guerra mondiale, ha avuto un grande sviluppo». Ma chi ci abitava ancora prima della guerra aveva fatto un voto: se i loro giovani fossero tornati dal fronte sani e salvi, avrebbero costruito una chiesa in ringraziamento.
«Non sono tornati tutti, purtroppo, ma sono tornati in tanti e la popolazione ha dato seguito al voto – spiega Barbano – sono stati raccolti i soldi per costruirla e chi non poteva spendere, metteva materiale, legname, lavoro. In sfilata portiamo a terra chi va casa per casa a raccogliere fondi per la chiesa, i ragazzini che distribuiscono bigliettini in cui si spiega l’iniziativa e poi sul primo carro la chiesa in fase di costruzione e sul secondo la struttura finita con benedizione e inaugurazione alla presenza delle autorità». In tutto, in sfilata, saranno presenti circa 140 figuranti, compresi quelli che vestiranno i panni sacri e il coro che canterà in latino alla processione dell’inaugurazione.
Da zero anche la costruzione della casetta da portare al villaggio gastronomico dal quale distribuire i piatti.
«Abbiamo scelto di costruire una classica casa piemontese, con la sua facciata giallina e le sue persiane di legno. Anche questo un omaggio al territorio».
Alla tavola di Castell’Alfero, che ha potuto scegliere i due piatti da portare, si mangerà la trippa in umido e la testa in cassetta.
«Due piatti poveri, come povere ma gustose erano le tavole dei nostri nonni – spiega ancora Barbano – la trippa è conosciuta da tutti mentre la testa in cassetta è una sorta di salume realizzato con tutte le parti della testa del maiale cotte e pressate. La fetta avrà forma quadrata e sarà servita con un velo di salsa verde come condimento».

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