Sul calo di iscritti al corso di laurea triennale in Infermieristica (per saperne di più clicca qui) interviene anche il coordinamento degli Ordini delle professioni infermieristiche del Piemonte e della Valle d’Aosta, formato dai presidenti delle varie sedi provinciali, tra cui l’astigiana Stefania Calcari, a capo di un Ordine che conta circa 1.500 iscritti.
«Quando la politica manca di una visione chiara della professione infermieristica – sottolineano – il risultato non può che essere un progressivo svilimento di questo lavoro, reso sempre meno accattivante».
«I dati di iscrizione al corso universitario triennale – aggiunge Stefania Calcari – riflettono una carenza che registriamo da anni in corsia, anche se bisogna sottolineare che i “numeri” del Polo universitario astigiano sono tra i meno negativi in Piemonte. La nostra professione è diventata nel tempo sempre meno attrattiva per lo scarso riconoscimento sociale ed economico di cui gode, oltre che per il mancato riconoscimento della specializzazione. Infatti conseguire la laurea magistrale o superare master dopo la laurea triennale non portano ad avanzamenti di carriera. Assistiamo ad un appiattimento della professione che causa demotivazione tra gli infermieri impegnati in corsia da anni, molti dei quali scelgono di abbandonare, e che allontana i giovani».
La pandemia e le richieste
La presidente ricorda che la questione è stata sollevata già in passato. «La pandemia, che in un primo tempo ha evidenziato l’importanza del nostro ruolo – continua – non ha in realtà insegnato nulla. Da anni gli infermieri lavorano in carenza di organico, ma non vengono presi provvedimenti. In altre regioni, anche limitrofe al Piemonte come Valle d’Aosta e Lombardia, le amministrazioni hanno messo a punto interventi per aumentare gli stipendi e migliorare le condizioni di lavoro. In Piemonte, invece, posso solo ricordare una promessa non mantenuta».
Il riferimento è all’incontro del 12 settembre 2023 tra il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e il Coordinamento. «Il governatore aveva promesso borse di studio per le facoltà di Infermieristica e campagne di comunicazione nelle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti su questa professione», ricorda. «Questi impegni, che avrebbero potuto contribuire a invertire la tendenza negativa, sono rimasti nel limbo».
La richiesta è, invece, di interventi concreti che aiutino a guardare al futuro della professione, a partire da un Osservatorio sulla professione aperto all’Ordine, «per coinvolgere chi vive questo lavoro tutti i giorni».