Anche la nostra provincia, nel Canellese, è coinvolta nell’operazione Sunrise dei carabinieri di Brescia e della Polizia Penitenziaria di Milano che nella notte scorsa hanno dato eseguito perquisizioni ed arresti nei confronti di 13 indagati ritenuti a vario titolo presunti responsabili dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, tentata estorsione aggravata, detenzione ai fini di spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti, false dichiarazioni o attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria.
In particolare, l’indagine è iniziata quando alcuni agenti di polizia penitenziaria hanno notato un comportamento molto anomalo da parte di un collega. Successivi approfondimenti hanno permesso di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di un assistente capo in servizio al carcere di Brescia che si sarebbe messo a disposizione di detenuti ed ex detenuti per l’introduzione abusiva in carcere di telefoni cellulari e lo scambio di missive o dispositivi USB tra l’interno e l’esterno della struttura carceraria. Non solo.
Nel corso delle investigazioni sono altresì emerse ipotesi di spaccio di numerosi dosi di cocaina in favore dei detenuti della citata casa di reclusione: più in particolare, in un’occasione le dosi sarebbero state occultate all’interno di cioccolatini, le cui confezioni apparivano perfettamente integre, introdotti all’interno del carcere proprio dal citato agente della Polizia Penitenziaria, ignaro però della presenza di sostanza stupefacente.
Sempre indagando nel mondo di detenuti ed ex detenuti, è emerso anche un episodio di tentata estorsione che un soggetto recluso avrebbe organizzato, con alcuni complici, in danno di un soggetto in precedenza ristretto con lui e nel frattempo tornato in libertà nonché di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine all’assunzione fittizia di un detenuto da parte di una ditta privata, assunzione che gli ha permesso l’accesso a misure alternative alla detenzione in carcere.
Non sfugge all’indagine Sunrise neppure il mondo forense.
E’ stato documentato il reiterato modus operandi di uno studio legale milanese, che avrebbe favorito l’aggiramento delle norme attinenti alle comunicazioni dei detenuti, mediante l’abusivo trasferimento verso terzi di numerose telefonate provenienti da un proprio cliente recluso in carcere.
Quattro degli indagati sono stati arrestati, altrettanti messi agli arresti domiciliari, altri quattro ancora all’obbligo di presentazione della pg mentre un ultimo indagato, l’avvocato, è stato sottoposto alla misura del divieto di esercitare la professione per un anno.