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Presentata la rivista di storia e storie

L’associazione Astigiani: “Salvate almeno i platani secolari dell’ex mulino Valente” 

Svelato il disegno del bavagliolone del prossimo Bagna Cauda Day. Il motto è “Esageruma nen, il mondo è di tutti”

Gli ori e gli affreschi della chiesa della Consolata, aperta per l’occasione, hanno fatto da splendida cornice alla presentazione della rivista Astigiani di sabato scorso 21 settembre.

Alla sorpresa dei molti, che non avevano mai visto questo gioiello dell’arte barocca, quasi nascosto nel cuore di Asti, si è aggiunta la curiosità di sfogliare, insieme al direttore Sergio Miravalle e al presidente  Piercarlo Grimaldi, le 120 pagine della rivista di storia e storie.

Il 48° numero di Astigiani si apre con una copertina di attualità: la fotografia di Giulio Morra immortala una delle fasi di demolizione dell’imponente edificio dell’ex Mulino Valente di corso Savona.  In pochi giorni e in piena estate abbattuta dalle ruspe anche la casetta d’angolo del Lungotanaro e sono a rischio sette grandi platani di corso Savona.

Il tema delle demolizioni che cancellano pezzi di storia e memoria è al centro del dibattito sollevato da Astigiani già nel numero scorso. La rivista ha aperto le sue pagine agli interventi di urbanisti, amministratori, cittadini, con risposte anche di segno diverso.

Pippo Sacco ha scritto sulla storia dei mulini un tempo attivi ad Asti mentre Franca Valente ha raccontato in esclusiva i ricordi di bambina nel mulino di famiglia, diretto dal padre fino ai primi anni Ottanta.

Un video, mostrato in apertura, ha ripercorso la storia di quell’edificio, le fasi della demolizione, la memoria fotografica ancora presente in rete su Google Earth e il progetto approvato che prevede una nuova rotonda, collegata ad una pista ciclabile, che dovrebbe sacrificare i sette platani e veder sorgere un nuovo supermercato Lidl sull’area dell’ex mulino.

Una scelta urbanistica che ha fatto e fa molto discutere e che Astigiani sviluppa mostrando anche soluzioni diverse come il caso della ex raffineria d’olio Sairo di Imperia, dove un edificio simile sarà riqualificato, con fondi europei, e ospiterà alloggi per giovani coppie, una palestra, un asilo nido.

“Come mai sull’ex mulino Valente, abbandonato da anni, classico esempio di archeologia industriale, non c’erano vincoli della Sovrintendenza?” ha chiesto Miravalle all’assessore all’Urbanistica Monica Amasio.  La giovane amministratrice ha risposto ripercorrendo l’iter della pratica e i nulla osta ottenuti, precisando che ora sarà difficile modificare il progetto per salvare almeno i platani, perché “l’amministrazione perderebbe credibilità verso gli investitori che vengono da fuori”. “Ma così correte il rischio di perdere consensi tra i cittadini che non capiscono perché per far passare una pista ciclabile si debbano abbattere sette alberi secolari” ha ribattuto Miravalle che ha garantito l’attenzione di Astigiani su questo tema, unito a quello delle molte associazioni che si sono già mobilitate con raccolta di firme.

Continuando a sfogliare la rivista sono state illustrate tre delle borse di ricerca “Luciano Nattino” premiate nel 2023 che hanno tratteggiato la figura di don Alfredo Bianco, un singolare caso di prete intellettuale, del cronista barbiere Michele Arri che per 44 anni raccontò la vita astigiana nei primi dell’Ottocento e di un alpino divenuto “schiavo di Hitler”.

Si è parlato anche di Palio. Alessandro Sacco sulla rivista ha ripercorso la storia del Palio dal punto di vista della scelta di correrlo a numero chiuso, com’è successo in questi anni, o aprirlo ad altre realtà come è avvenuto più volte in passato. La rettrice di San Silvestro Samantha Panza, intervenuta alla presentazione con una rappresentanza di personaggi in costume, si è detta favorevole alla riapertura come avveniva ai tempi di Gian Galeazzo Visconti, già in occasione del Palio del prossimo anno, quando forse si organizzerà una doppia edizione.

Continuando nello sfoglio è toccato a Antonella Manuela La Rocca tratteggiare la storia umana e artistica di Carlo Carosso, il pittore astigiano, con radici in Grecia, le cui opere saranno esposte fino alla fine di ottobre in una bella mostra a palazzo Mazzetti.

L’intervista “Confesso che ho vissuto” racchiude una storia di amicizia tra Sergio Miravalle, ora direttore di Astigiani e Armando Brignolo, pittore, scrittore, giornalista, un intellettuale autodidatta dalle cinque vite che ha ricordato le sue passioni e le sue ricerche su Van Gogh.

Le rubriche di Astigiani arricchiscono la rivista con altre storie e curiosità: dalla famiglia di nobili francesi che scoprono di avere radici astigiane, raccontata da Donatella Gnetti, al ricordo della maestra Perdomo, storica figura di educatrice, affidato a Daniela Nebiolo.

La rubrica “Cronache del Novecento” ci porta con Dario Rei a Pino d’Asti che vide nel 1946 un delitto dagli ingredienti di un giallo: arsenico, tresche amorose, gelosia.

Altre tracce raccolte da Astigiani portano a ricordare Centu, l’ultimo fabbro carradore del Fortino rievocato dalla nipote Lella Birlocchio, e Giuseppe Leccioli, artista del collage raccontato con amore dal figlio Carlo Leccioli, che ne ha mostrato uno dei lavori del padre.

La rubrica affidata all’Archivio di Stato descrive il giorno dell’inaugurazione della ferrovia Asti-Chivasso del 20 ottobre 1912 e si collega alla mostra sul tema allestita nelle sale dell’Archivio.

“Ceppi di vite” racconta con Giancarlo Sattanino la storia dei Ferraro di Montemagno, mentre il “Tempo futuro” di Valentina Fassio fa scoprire la scelta artistica di Daniela Placci, attrice e cantante che ha scelto di vivere ad Asti per colpa di Vittorio Alfieri. “Qui mi sento a casa e sono felice di tornarvi dopo ogni tournée”, ha raccontato sabato scorso al pubblico.

Le pagine del ricordo si sono aperte con l’immagine di Massimo Cotto che aveva scritto sullo scorso Astigiani dell’amico Giorgio Faletti. La sua figura di giornalista esperto di musica è stata tratteggiata da Marinella Venegoni, firma storica della Stampa, che ne ha fatto un ritratto intenso.  “Massimo era un fuori classe, con una grande capacità di scrivere e affabulare. La musica per lui era tutto, poteva vivere in qualunque posto, ma non ha mai voluto lasciare la sua città”.

Astigiani ha ricordato anche Carlo Charlie Accomasso, giornalista degli anni ruggenti della Nuova Provincia.

La rivista riserva come chicca finale un racconto inedito di Gian Marco Griffi, che anticipa i temi del prossimo romanzo dell’autore di “Ferrovie del Messico”.

La presentazione si è conclusa con l’intervento del vescovo Marco Prastaro che ha ringraziato l’associazione Astigiani per la decisione di acquistare un ecografo a favore dell’ambulatorio Fratelli tutti, ispirato da papa Francesco. “Abbiamo coinvolto associazioni, medici, odontoiatri per una risposta di civiltà ai più poveri che non riescono ad accedere alle cure, ringrazio Astigiani per questa adesione così generosa”.

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