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STA assemblea davanti ai cancelli
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«In aumento gli addetti ma non le commesse: siamo preoccupati»

I sindacati in occasione dello sciopero alla S.T.A. di San Martino Alfieri- L’azienda: “Lo stabilimento è considerato centrale dal Gruppo Sapa di cui fa parte»

«Chiediamo un incontro con l’azienda per capire il futuro dello stabilimento, che coincide con il futuro di 215 lavoratori».
E’ la richiesta emersa in occasione dell’assemblea organizzata mercoledì scorso fuori dai cancelli della S.T.A., azienda di San Martino Alfieri che opera nel campo della componentistica per auto, entrata a far parte sei anni fa del Gruppo Sapa, multinazionale leader nello stampaggio di componenti per auto, oltre che per veicoli industriali e agricoli.

Le questioni sollevate dai sindacati

L’occasione è stata fornita dallo sciopero di 8 ore proclamato da Fiom Cgil, Fim Cisl, Femca Cisl e Uiltec Uil. «A partire dal 2018 – ha spiegato William Galasso, Rsu Fim Cisl – la S.T.A. ha assorbito lavoratori da uno stabilimento del gruppo che è stato chiuso. Il fatto è che, se il numero dei dipendenti è aumentato, non sono cresciute le commesse e, di conseguenza, il fatturato. E mentre il gruppo investe in nuove tecnologie e sostenibilità negli stabilimenti all’estero, ad esempio in Polonia ed Estonia, qui non concentra risorse. Così, a differenza del passato, quando non abbiamo mai fatto ricorso agli ammortizzatori sociali, dallo scorso aprile abbiamo cominciato la turnazione della cassa integrazione ordinaria, che dovrebbe continuare fino ad ottobre. Prevede la riduzione dell’orario di lavoro di un giorno o due a settimana, anche se la rotazione non è uguale per tutti, dato che gli addetti con maggiore specializzazione, difficilmente sostituibili, sono meno coinvolti».

I lavoratori in staff leasing

Altra questione toccata dai sindacati, la presenza di 30 lavoratori in staff leasing, dipendenti non dell’azienda, ma di due diverse agenzie di somministrazione. «Siamo dovuti intervenire – ha ricordato Beppe Morabito (Cgil) – in quanto una delle due agenzie non li aveva pagati nei tempi previsti». Morabito ha anche aggiunto alcune considerazioni sullo stabilimento. «Il piano industriale che ci era stato presentato due anni fa – ha ricordato – non si è concretizzato: si parlava di ampliare lo stabilimento, invece abbiamo visto solo aggiungere due capannoni. Le commesse sono scemate e non ci sono i volumi adeguati per garantire i posti di lavoro attuali».

Le difficoltà del settore automotive

Da Salvatore Pafundi (Fim Cisl) il riferimento alla crisi del settore automotive. «Finora questa azienda non aveva patito, avendo diversificato attività e clienti – aggiunge – ma siamo preoccupati per il futuro».
Gli ha fatto eco Vito Montanaro, segretario generale territoriale Uiltec Uil Asti – Cuneo: «Non vorremmo arrivare in ritardo – afferma – considerando che il comparto automotive in Piemonte rischia di perdere 14mila posti di lavoro diretti e indiretti».

La replica dell’azienda

A fare riferimento alla situazione congiunturale è proprio l’azienda. «La cassa integrazione, peraltro minima, avviata quest’anno – commenta l’avvocato Carmine Di Risio, responsabile delle relazioni sindacali per la “S.T.A.” – non è legata all’andamento dell’azienda, ma alla situazione del settore automotive in Italia e in Piemonte. Lo stabilimento di San Martino Alfieri è considerato centrale dal Gruppo Sapa, per cui i lavoratori possono stare tranquilli. L’azienda ha investito nella realizzazione dei due capannoni che fanno parte del sito, mentre l’impegno all’estero da parte del gruppo va considerato come strategia rafforzativa, non visto come campanello d’allarme per una eventuale delocalizzazione».
Di Risio fa riferimento anche alla questione del pagamento dei lavoratori in staff leasing: «Si è trattato di un giorno di ritardo per un problema non legato alla “S.T.A.”».
Infine, la disponibilità ad un confronto. «Le relazioni sindacali sono sempre state ottime – conclude – per cui convocheremo al più presto sindacalisti e RSU».

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