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Il caso

Astiss e Asti Musei, dopo le dimissioni di Sacco si apre il dibattito sulla scelta del successore

L’opposizione chiede un rinnovamento dei metodi che decreteranno il successore nei due ruoli – Il commento di Ebarnabo: «Una risorsa come il Presidente Sacco è difficilmente eguagliabile»

Chi sarà il nuovo presidente della Fondazione Asti Musei? E del polo universitario di Astiss? Da quando Mario Sacco, già presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, ha annunciato le sue dimissioni da entrambi gli incarichi, il “caso” si è ufficialmente aperto e si inizia a discutere di come sarà scelto il suo successore.

Ruolo chiave nella nomina di entrambi i due nuovi presidenti l’avrà Livio Negro, da poco eletto ai vertici della Fondazione CrAsti che detiene il 70,42% delle quote di Astiss a fronte del 12,68% del Comune, di un altro 12,68% della Banca di Asti e di un 4,22% della Camera di Commercio. Non a caso l’ex presidente della Fondazione CrAsti, Mario Sacco, ha rivestito anche il doppio ruolo di presidente ad Astiss e ad Asti Musei. Quest’ultima fondazione, infatti, prevede da Statuto che il Presidente sia nominato dall’Assemblea Generale su designazione della “Fondazione Cassa di Risparmio di Asti”.

Ecco perché si tratta di due nomine legate ai vertici della Fondazione CrAsti su cui c’è già qualcuno che ha messo le mani avanti chiedendo un rinnovamento anche nel metodo delle selezioni che dovranno essere fatte.

«Chi prenderà il posto di Sacco? Si vocifera che il nuovo presidente sarà Livio Negro, ma anche Negro potrebbe trovarsi ad accumulare incarichi senza avere competenze specifiche, in quanto la sua formazione scolastica è di ragioniere e la sua attività professionale è stata nel campo informatico e alberghiero – commentano i consiglieri comunali di minoranza Mario Malandrone, Mauro Bosia, Vittoria Briccarello e Gianfranco Miroglio – Quindi in un sistema all’altezza dei tempi in settori chiave, come quello universitario e museale servono sia nominati politicamente, ma anche esperti. A differenza di Sacco, la cui carriera pluridecennale giustificava alcune delle sue responsabilità, Negro potrebbe trovarsi in una posizione più delicata. Il rischio, allora, è che si ripeta lo stesso meccanismo criticato in precedenza: una gestione concentrata nelle mani di poche persone senza un vero cambiamento qualitativo. Se davvero Negro intende portare un “nuovo corso” come ha annunciato, ci si aspetterebbe che alla guida di Astiss venga nominato un vero esperto di istruzione e università e alla guida della Fondazione Musei un professionista con una comprovata esperienza in campo artistico e museale. Solo così potremmo parlare di un autentico rinnovamento. Se invece Negro dovesse accumulare ulteriori incarichi senza delegare a figure di alto profilo e competenza, non potremmo fare a meno di vedere in questo scenario una riproposizione dei soliti meccanismi di potere».

Anche il consigliere regionale Sergio Ebarnabo (FdI), che per anni è stato vicepresidente della Fondazione CrAsti a fianco dello stesso Sacco, ha commentato le dimissioni: «Si tratta di dimissioni, a quanto sembra, dovute principalmente ad una mancanza sostanziale di presupposti collaborativi. Da parte mia, otto anni di lavoro in Fondazione al fianco del Presidente Sacco mi hanno arricchito dal punto di vista politico, operativo e di maggiore conoscenza del territorio. Quindi rivolgo all’amico Mario il mio più vero ringraziamento per la fiducia riposta. Sarà pur vero che nessuno è indispensabile, – continua Ebarnabo – ma ritengo che a fronte del grande lavoro svolto e per una dote di esperienza e conoscenza, una risorsa come il Presidente Sacco sia difficilmente eguagliabile».

[nella foto la sede della Fondazione Asti Musei]

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