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Il vino è donna?! Se fosse musica sarebbe la Nannini e Adele, ma anche Battisti e Pavarotti

Al Mercato Contadino di Campagna Amica Asti; tre donne, tre vini e tre stuzzichini per “Vendemmia2024&Vino”  

“Il vino è donna”. Con questo titolo, tronco di punteggiatura, sia essa interrogativa o esclamativa, sabato scorso si è tenuto il talk “Tre donne, tre vini e tre stuzzichini” al Mercato Contadino di Campagna Amica Asti, nell’ambito della tre gironi dedicata a “Vendemmia2024 & Vino”, promossa da Campagna Amica in collaborazione con Coldiretti Donne.

Uno spaccato confidenziale che, mettendo in movimento i sensi, si è snodato lungo virtuose narrazioni, ora intime, ora professionali e ora passionali, arricchite dalla degustazione di tre vini “cantanti”, nel senso più ampio e lato della loro declinazione.

Sotto i riflettori, la 24enne Giulia Spertino dell’Azienda Agricola Giovanna Macario di Nizza Monferrato, con “Angel” la bollicina Metodo Martinotti rosé a base di uve Pinot noir 9 mesi sui lieviti; la 28enne Valentina Piano dell’Azienda Agricola Piano di Calosso, con ViNature, lo Chardonnay 2023 vinificato in purezza; la 56enne Claudia Cordara dell’Azienda Agricola Cordara di Castel Boglione con “Namasté” (in indiano “benvenuto”), la Barbera d’Asti doc 2021, 100% Barbera.

Tre donne anagraficamente differenti, come diverse sono la loro personalità e la loro formazione, ma legate da un fil rouge comune che delinea i loro profili trasudanti di passione, carattere, cura dei dettagli, intraprendenza e determinazione.

Per Giulia, formatasi alla Scuola di Enologia e fresca di laurea in Viticoltura ed Enologia, le donne “possono tutto, senza se e senza ma”; per Valentina, di formazione amministrativa vocata alla gestione aziendale e con la mission proiettata al marketing di nuova generazione, le donne “sono poesia e rappresentano quella pluralità di pensiero, che nulla toglie all’esperienza maschile, bensì la integra e la completa nella molteplicità delle espressioni”; per Claudia, il cui destino di enologa era già scritto nel suo destino ancor prima di rendersene conto, “le donne, come i loro vini, sono pullulanti di originalità, movimento e sfumature”.

Per tutte e tre, il vino è parte delle loro origini, tramandate di generazione in generazione, per contare oggi su una visione contemporanea che guarda al futuro senza tralasciare gli insegnamenti del passato. La loro espressione enoica è spiccatamente femminile, ma contempla anche elementi tipici maschili, in una rinnovata versione che, nella sua atipicità, trova originalità e innovazione aprendosi a nuovi canoni che esplorano spazi fisico/temporali di intangibile fascino e suggestione.

Il vino, infatti, non è esclusivamente uomo o esplicitamente donna, ma è composito come la loro natura più intrinseca e muta di stagione in stagione, di areale in areale, di vigneron in vigneron, perché è il terroir a fare la differenza e ad esprimere la variabilità dei descrittori e i rimandi più autentici.

Nel frattempo, però, le tre donne del vino hanno dato ugola ai loro nettari di Bacco, associandoli ad artisti/generi musicali, quale descrittore aggiunto alla degustazione. Ecco che il Metodo Martinotti con uve Pinot noir è stato associato a Lucio Battisti per l’emozioni che è in grado di trasmettere, mentre lo Chardonnay è entrato nelle corde di una Adele, per la sua potente delicatezza; infine, doppia associazione per la Barbera d’Asti: una Gianna Nannini rock, venuta dopo un precedente Bruce Springsteen, ma anche un poderoso Luciano Pavarotti (quest’ultimo, come definito da Secondo Rabbione, vice direttore Coldiretti Asti e direttore del Centro Studi del Piemonte).

A mettere in evidenza freschezze, acidità e complessità dei tre vini è stato il wine-coach e sommelier dell’EnotecAmica Paolo Noto, generoso di consigli per gli abbinamenti migliori.

L’evento, apertosi con i saluti da remoto del presidente Monica Monticone, anche lei, tra le più belle espressioni enoiche al femminile, è il primo di una serie che il coordinamento Coldiretti Donna sta definendo in collaborazione con Campagna Amica, per dare “voce”, visibilità e merito alle donne del vino astigiane, così come sottolineato dalla responsabile Paola Arpione e dalla coordinatrice Liliana Pipia.

“Durante la tre giorni tematica si è inteso valorizzare il vino nei suoi aspetti della tradizione culturale e colturale, mediante un format che ha coinvolto i discenti degli ordini di scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, i giornalisti e i winelovers più attenti alla componente della sostenibilità ambientale (km0, stagionalità e innovazioni aziendali) e all’importanza del racconto che sta dietro ad ogni etichetta” ha chiosato il Direttore Coldiretti Asti Giovanni Rosso.

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