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Crisi Casa di riposo

Villafranca, la casa di riposo Santanera verso la chiusura. La sindaca Macchia ottiene una proroga di un mese

Il commissario ha annunciato la chiusura della struttura al 30 ottobre per il debito accumulato. La sindaca convoca un tavolo permanente per trovare una soluzione

Non ci sono stati buoni segnali per il futuro della casa di riposo Venanzio Santanera al termine dell’incontro pubblico in sala Bordone al quale la sindaca Anna Macchia ha invitato il commissario straordinario Pietro Endrizzi, il presidente dell’associazione Pro Infanzia Stefano Guslandi che gestisce i servizi della struttura e le autorità regionali, tra cui i consiglieri Sergio Ebarnabo e Fabio Isnardi,  per riferire alla cittadinanza sulla situazione dopo aver appreso della volontà di chiusura della Rsa entro il 30 ottobre.

Durante la riunione il commissario ha elencato le motivazioni che lo hanno portato alla decisione: un debito complessivo di circa 1.800.000 euro, alcune prescrizioni dell’Asl di ammodernamento dell’impianto di riscaldamento e la mancanza di un’iniezione di liquidità che permetta di affrontare con serenità gli interventi necessari entro l’inverno prossimo. Conti alla mano, Guslandi e Endrizzi hanno detto più volte che la situazione finanziaria non è sanabile con la gestione ordinaria, cioè con le rette degli ospiti, che comunque non stanno producendo disavanzo.

«Il problema è il debito con la cooperativa Kcs di circa 900 mila euro – specifica Endrizzi – per il quale è pendente un decreto ingiuntivo e il mutuo di circa 700 mila euro. Queste sono le cifre che hanno scoraggiato finora gli operatori del settore a rispondere ai bandi di gestione che sono infatti andati deserti».

Le voci del dissenso

Delle cifre prodotte all’assemblea pubblica non sono tutti convinti. Una voce critica si è alzata da Emanuela Valpreda, ex componente del collegio dei garanti, che ha più volte chiesto di vedere le carte. Durante il suo mandato dal marzo 2021 al marzo 2022, con il CdA presieduto da Silvana Bertolotti, il debito era arrivato a 185 mila euro. Valpreda ha presentato anche un esposto alla Procura per mettere un punto sulla gestione fino all’arrivo del commissario straordinario.

Le voci dei parenti e gli operatori sanitari

Alcuni parenti hanno saputo della chiusura al 30 ottobre della casa di riposo Santanera solo con l’annuncio della riunione pubblica in municipio. «Abbiamo venti giorni per trovare un nuovo posto ai nostri parenti. Non mi sembra molto dignitoso tutto questo», ha detto il figlio di un paziente non autosufficiente.

L’appello degli operatori sanitari, che hanno già ricevuto l’avviso del licenziamento collettivo, è ancora più forte: «Dobbiamo fare tutto il possibile per mantenere aperta la casa di riposo – dice Katia Coscioni che ci lavora da 8 anni – non credo che i villafranchesi non saranno disposti a dare una mano».

I sindacati

All’incontro pubblico erano presenti anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil.

«Se vogliamo fare qualcosa perché non si ripeta l’esperienza del Maina ci vuole più tempo – ha detto Luca Quagliotti, segretario generale della Camera del Lavoro di Asti – le soluzioni, se c’è la volontà politica, si possono trovare. Sappiamo che la gestione ordinaria della Santanera non è in perdita. Se il problema è il debito con la cooperativa Kcs si può programmare un piano di rientro garantito da Fin-Piemonte, come era già stato fatto al Maina. Ma è indispensabile che il commissario conceda il tempo perché queste soluzioni si possano attuare».

Anche Armando Dagna segretario Uil e Alessandro Delfino della Cisl si uniscono alla richiesta di tempo: «In una regione che invecchia, e la provincia di Asti è quella che invecchia di più – dicono i sindacalisti – è impensabile continuare con una politica di chiusura delle case di riposo, soprattutto quando la possibilità di tenerle aperte è a portata di mano».

Cosa fare per non chiudere

«Servono 400-500 mila euro per avviare una transazione con la Kcs – ha ribadito Guslandi – senza questa iniezione di liquidità sarà impossibile continuare l’attività. Non me la sento di andare avanti sapendo che se si rompesse la caldaia quest’inverno non avremmo i soldi per ripararla».

Al termine della riunione la sindaca ha ottenuto una proroga di un mese alla chiusura e ha convocato un tavolo permanente per trovare soluzioni con la prima riunione fissata a giovedì 17 ottobre con il commissario e Stefano Guslandi, con i vertici regionali e i sindacati.

 

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