Nell'astigiano soffrono di allergia respiratoria ai pollini circa 15.000 persone tra bambini e adulti. In primavera ha inizio la patologia allergica da pollini, caratterizzata da una serie di
Nell'astigiano soffrono di allergia respiratoria ai pollini circa 15.000 persone tra bambini e adulti. In primavera ha inizio la patologia allergica da pollini, caratterizzata da una serie di sintomi come rinite con abbondante secrezione di muco limpido (rinorrea acquosa), salve di starnuti, irritazione nasale con gradi variabili di ostruzione respiratoria. Alla rinite si associa spesso la congiuntivite, caratterizzata da intenso arrossamento congiuntivale e prurito oculare. Una lacrimazione più o meno abbondante può essere conseguenza sia della congiuntivite che della rinite. Una percentuale piuttosto elevata di adulti allergici ai pollini soffre anche di asma (in alcune statistiche il 70%), mentre nei bambini l'asma da allergia ai pollini è molto più rara.
La frequenza di allergia al polline in Italia è del 20% ed è in aumento rispetto al passato: le patologie allergiche sono più che raddoppiate nel corso degli ultimi 10 anni soprattutto in età pediatrica. I pollini sono i semi maschili dei fiori e sono costituiti da piccoli grani, di forma diversa a seconda delle specie vegetali, invisibili ad occhio nudo. Si dividono in anemofili (trasportati dal vento) ed entomofili (trasportati dagli insetti), ma solo i primi possono dare sintomi allergici, mentre l'allergia ai pollini entomofili è esclusiva di chi lavora con i fiori (vivaisti e fiorai). Tra le famiglie dei vegetali (piante, erbe, fiori) implicate nella comparsa di disturbi allergici stagionali troviamo le graminacee (frumento, segale, orzo, gramigna, logliarello). Gli alberi: il nocciolo, le oleacee (olivo, frassino), le betullacee (betulla, ontano), le salicacee (salice, pioppo), le plantacee (platano), le fagacee (faggio, castagno, rovere, leccio, quercia) e le piante erbacee come le urticacee (parietaria o erba vetriola) e le composite (assenzio, margherita, girasole, dente di leone, ambrosia).
I pollini sono capaci di dare sintomi allergici poiché, al contatto con la mucosa respiratoria, liberano delle proteine che a loro volta inducono, nei soggetti sensibili, la produzione di IgE specifiche (anticorpi capaci di sviluppare una reazione allergica) con conseguente liberazione di mediatori dell'infiammazione allergica: istamina, bradichinina, leucotrieni ecc. I sintomi sono prevalentemente stagionali, sebbene vi siano pollini perenni (presenti tutto l'anno) come quelli della Parietaria, che riesce però a diffondersi nell'aria sempre nei periodi stagionali tipici come primavera ed autunno. La condizione climatica favorente la diffusione del polline nell'aria è legata ad una differenza di temperatura notevole tra le ore notturne (7-10 gradi) e quelle diurne (20-22 gradi), condizione tipica della stagione primaverile, ma non solo, poiché tali differenze di temperatura possono verificarsi anche in autunno e nel tardo inverno.
La concentrazione del polline nell'aria è maggiore in pianura e nelle vallate, piuttosto che in montagna o al mare e naturalmente è più elevata in campagna che in città. Il vento associato ad una giornata di sole è la condizione climatica più favorente. l primi pollini a comparire sono quelli del nocciolo e delle betullacee, prevalente nel Nord-Italia (febbraio-aprile), mentre il polline delle Graminacee è presente in tutta la penisola e inizia a comparire ad aprile al Centro-sud e a maggio al Settentrione. La Parietaria, assente al di sopra dei 1000 metri di altitudine, è prevalente nel Meridione e in Liguria. Pollini tipicamente estivi sono quelli delle Composite (assenzio selvatico).
Esistono dei calendari pollinici, elaborati da centri di aereobiologia, che consentono di avere un'idea della concentrazione di un determinato polline in un preciso periodo dell'anno. I calendari sono suddivisi secondo le regioni italiane (settentrionali, centrali e meridionali), poiché diversi sono i periodi e l'intensità della diffusione del polline, e sono visibili su Internet al sito www.isao.bo.cnr.it/aerobio/aia/POLTEXT.html, curato dall'Associazione Italiana di Aereobiologia. In alcuni bambini, soprattutto se presentano una netta familiarità per allergia, si può avere quella che viene definita "Sindrome Orale Allergica". Questa sindrome è caratterizzata da un'allergia a diversi pollini contemporaneamente e da una concomitante allergia crociata ad alimenti vegetali come carota, sedano, finocchio, melone bianco, pomodoro, patata, mela, pera ecc, che causano fastidiosi disturbi in bocca ai bambini.
Terapia medica della pollinosi
Nella rinite allergica lieve o moderata gli antistaminici di ultima generazione giocano un ruolo importante e superano i potenziali limiti di quelli "vecchi", legati agli effetti collaterali, e forniscono un sollievo dai sintomi a cominciare dal momento del risveglio e mantengono la loro efficacia nell'arco della giornata.
Nelle forme più gravi, a questi farmaci si possono poi aggiungere idonei spray a base di steroidi inalatori possibilmente di ultima generazione.
Curare la rinite, e scegliere i prodotti giusti, è importante anche perché è ormai provato che esiste una "relazione pericolosa" tra questa e l'asma.
Chi soffre di rinite e non la tratta ha un rischio di sviluppare asma fino a otto volte maggiore rispetto al resto della popolazione e in Italia è in aumento il numero di chi soffre contemporaneamente delle due malattie.
Molto utili possono essere i vaccini desensibilizzanti; la terapia desensibilizzante somministrata per via sottocutanea o sublinguale con vaccino specifico è consigliata soprattutto ai soggetti giovani, sensibili ad un solo polline e con sintomi di recente insorgenza.
Suggerimenti
Consigli utili per limitare il più possibile i danni durante la stagione pollinica:
?Chiudere i vetri quando si va in automobile
?Evitare campeggi e picnic nella stagione della pollinosi
?Andare in vacanza in località marine, che sono meno "ricche" di pollini
?Al calare del giorno la densità pollinica è massima ed occorre chiudere dunque le finestre
?Salvo rare eccezioni le persone allergiche possono coltivare o tenere in casa i fiori senza pericolo poiché i pollini dei fiori colorati e odorosi si propagano pochissimo nell'atmosfera
Prof. Ettore GORIA
a.c. Università di Genova Cattedra di Malattie dell'apparato Respiratorio e di Allergologia – Primario Emerito di Pneumologia
Asti – Specialista Pediatra