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Collegamento Sud/Ovest: in commissione tante domande, ma poche risposte su costi, coperture finanziarie e tempi di realizzazione

In Comune un confronto deludente in vista del Consiglio di lunedì sera – Quasi del tutto assenti i cittadini e le associazioni contrarie al C.a.s.o

Più domande che risposte, più dubbi che certezze, tanti speriamo e altrettanti “what if” (e se…) hanno contraddistinto la Commissione consiliare congiunta sul C.a.s.o. (Collegamento Asti Sud Ovest) propedeutica al Consiglio comunale già convocato a partire da lunedì sera. I consiglieri si sono presentati a Palazzo Mandela per presentare osservazioni e porre domande tecniche sull’ipotesi di tracciato proposta dalla Giunta Rasero in una delibera di indirizzo votata alcuni giorni. Documento, indirizzo al Consiglio comunale, nel quale è scritto che l’amministrazione sarebbe interessata a creare una sorta di circonvallazione della città unendo parte del percorso giallo a quello rosso, almeno in alcuni punti. Nella delibera è scritto che l’amministrazione «ritiene maggiormente rispondente alle esigenze del tessuto urbano esistente un tracciato che preveda il tracciato “giallo” nella parte a sud fino all’incrocio con la strada provinciale 8 di accesso diretto al centro di Asti, l’utilizzo della strada provinciale 8 fino all’innesto con la rotatoria prevista nel tracciato “rosso” e a seguire il tracciato “rosso” fino alla rotatoria prevista su strada regionale 10».

Ma, in realtà, durante la Commissione congiunta, alla quale si è registrata una scarsa, se non inesistente partecipazione di cittadini e associazioni “No C.a.s.o”,  non si è andati oltre i desiderata, più o meno intuibili dalle mappe aeree presentate dall’ing. Chiaffredo Fantone, dirigente dell’Urbanistica di Asti. Poiché i consiglieri non sono tecnici, hanno fatto molte domande a cui non è stata data una risposta perché, ad oggi, non esistono certezze su molti aspetti del progetto C.a.s.o.

Quanto costerà davvero l’opera (si dice 200 milioni di euro)? Con quali fonti di finanziamento sarà coperta l’intera costruzione della ex Tso? Quanto tempo ci vorrà per realizzarla? Quali saranno le compensazioni sulla città legate alla realizzazione dell’infrastruttura? Sono stati aggiornati i flussi di traffico su cui si basa l’esigenza di costruirla? Se le proposte di modifica del percorso presentate dal Comune, che vorrebbero un mix tra il tracciato giallo a quello rosso, non fossero fattibili, cosa succederà? Si fermerà tutto o si procederà comunque? Interrogativo rimasti in sospeso perché solo dopo lo studio tecnico di fattibilità dell’opera, che dovrà preparare l’Anas, si potranno avere maggiori certezze.

Nel frattempo sono stati soprattutto i consiglieri di minoranza ad evidenziare quanto la discussione si basi su poco o nulla. «La tangenziale è stata venduta come opera che tecnicamente avrebbe snellito il traffico cittadino, ma la natura è un’altra – ha osservato Vittoria Briccarello di Uniti si può – Tecnicamente è stata firmata dalla Giunta una delibera di indirizzo sullo studio di fattibilità prima che facessimo questa commissione. Tecnicamente si tratta di un atteggiamento politico poco chiaro e poco democratico». Il consigliere Michele Miravalle del Pd ha invece puntano l’attenzione su strada Falletti che, secondo una delle proposte che saranno presentate all’Anas, dovrebbe essere allargata e resa a doppio senso di marcia come strada di sfiato del traffico, a sostegno, ma non in sostituzione del C.a.s.o. «Qual è l’intenzione su strada Falletti? Perché il sindaco aveva detto che la sua idea di collegamento Sud/Ovest era simile a strada Laverdina quando invece questa sera sentiamo che l’opera sarà in prevalenza una strada di gallerie e viadotti?».

Di cronoprogramma, finanziamenti, tempistiche e reale possibilità di costruire il C.a.s.o ha parlato il consigliere Massimo Cerruti del Movimento 5 Stelle. «Sono contrario a quest’opera – ha detto – Se si vuole solo fare solo propaganda è un conto, ma se pensate di realizzarla e non lasciarla incompiuta, come altre opere, occorre un cronoprogramma fatto di costi e tempi».

«Anas aveva detto che non era interessata a risolvere il traffico cittadino, – ha osservato Roberto Vercelli del Pd – per caso ha cambiato idea? Altrimenti corriamo il rischio che questa sera e le prossime serate si facciano solo discussioni inutili». Vercelli ha quindi consigliato di prevedere altri interventi sulla viabilità che siano di supporto all’eventuale Tso:  un raccordo tra corso Torino e il C.a.s.o, un casello autostradale sull’A21 dedicato alle ambulanze in zona ospedale, la riapertura dello svincolo su San Fedele nell’attuale tangenziale, rendere gratuito il transito sull’A21 tra Asti Est e Asti Ovest, ma anche prolungare via Torchio fino a Quarto. Ipotesi che potrebbero anche rappresentare un piano B, che poi diventerebbe un piano A nel caso la tangenziale non venisse realizzata.

L’ing. Fantone ha fornito alcune precisazioni e mostrato le ipotesi sulle mappe aeree dove si toccano i vari percorsi proposti, ma non ha potuto rispondere a tutto in mancanza di dati. «Quest’opera è inserita nel programma triennale dell’Anas, ma non abbiamo idea dei tempi o se i finanziamenti arriveranno nel 2025 o nel 2026 – ha replicato il dirigente del Comune – Sui tempi di realizzazione non sappiamo quali possano essere, ma sicuramente importanti». L’ingegnere ha anche citato l’Asti-Cuneo come esempio a noi vicino nel quale si è visto come i tempi per un’opera di questa portata non sono così facili da definire.

Invece il sindaco Rasero, in apertura della Commissione, ha voluto precisare «che la Giunta non ha deciso nulla, sorrido quanto leggo che siamo antidemocratici. Infatti sull’Albo pretorio questa pratica non esiste. È il Consiglio che vota una pratica di indirizzo, voto che è stato chiesto anche dall’Anas». Lo stesso Rasero ha rivendicato che il confronto con il territorio, con gli stakeholder e i cittadini c’è stato e si sono recepite le indicazioni per mitigare l’impatto sui campi, quelli ai danni di un’azienda di corso Alba, nel creare una rotatoria tra strada Falletti e la Sud/Ovest, spostare il passaggio del C.a.s.o su Bellavista più distante dalla zona residenziale (dove c’è anche la clinica Sant’Anna) e tentare di abbassare i pilastri del ponte sul Tanaro che oggi salirebbero fino a circa 24 metri.

[foto Billi]

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