Tangenziale Sud/Ovest, C.a.s.o, ex Tso: cambiamo i nomi, ma la sostanza è sempre la stessa e ancora una volta in Consiglio comunale è andato in scena lo scontro tra favorevoli e contrari alla costruzione dell’infrastruttura. Una riunione fiume, durata cinque ore, che non si è ancora esaurita anche se la lunga discussione, almeno secondo i consiglieri di minoranza, non avrebbe fatto altro che confermare l’inutilità della nuova strada, i dubbi sui costi elevatissimi (almeno 200 milioni di euro), sui tempi di realizzazione che sarebbero non inferiori a 8 o 9 anni, forse di più, anche se non sono mancate pesanti critiche all’amministrazione sui metodi adottati per portare la pratica in Consiglio.
Molte delle perplessità sollevate dai gruppi di opposizione erano state presentate nella commissione congiunta di giovedì dove, a fronte di tante domande sul progetto, erano state fornite poche risposte: quanto costerà l’opera? Con quali fonti di finanziamento sarà coperta l’intera costruzione? Quanto tempo ci vorrà per realizzarla? Quali saranno le compensazioni sulla città legate alla realizzazione dell’infrastruttura? Sono stati aggiornati i flussi di traffico su cui si basa l’esigenza di costruirla? Se le proposte di modifica del percorso presentate dal Comune, che vorrebbero un mix tra il tracciato giallo a quello rosso, non fossero fattibili, cosa succederà? Si fermerà tutto o si procederà comunque?
Anche nella prima serata del Consiglio, che è già stato ribattezzato il Consiglio dell’arbre magique (molti profumatori per auto sono stati deposti sui tavoli dai consiglieri per contestare il fatto che non esisterebbe nessun confronto aperto e democratico sul tracciato del C.a.s.o, ma l’amministrazione avrebbe già scelto il modello dell’auto, i colori, gli interni e gli accessori lasciando all’opposizione la possibilità di decidere solo il profumo dell’arbre Mmagique) le risposte più tecniche non sono arrivate.
Eventualmente ci saranno al termine dello studio di fattibilità sull’unico percorso del C.a.s.o. (il giallo/rosso) che il Consiglio comunale indicherà all’Anas. Ma dai banchi dell’opposizione è stata subito presentata una pregiudiziale per fermare la discussione della pratica. Bocciata la stessa (17 contrari, 13 favorevoli), si è entrato nel merito della discussione che non è stata però seguita in aula dai cittadini dei comitati “No Tso” o comunque contrari all’opera i quali hanno abbandonato il Consiglio riunendosi fuori da Palazzo Mandela in segno di protesta.
Dai banchi dell’opposizione le critiche al progetto C.a.s.o sono state rimarcate dai vari interventi: progetto troppo costoso, che non servirà ad alleggerire il traffico cittadino, ma ne porterà di più su corso Alba, strada già abbastanza intasata; opera che avrà un impatto ambientale enorme sulla piana del Tanaro e che sarà prevalentemente realizzata con viadotti e gallerie bucando una collina considerata “fragile”; un’opera che vedrà la luce, nella migliore delle ipotesi, fra una decina d’anni, forse dopo, ma nel frattempo non si realizzeranno altre opere più leggere e meno costose (prolungamento di strada Falletti lungo il Borbore, di via Torchio fino a Quarto, il nuovo casello sull’A21 per le ambulanze dirette all’ospedale, etc.) per sgravare il traffico urbano.
È di nuovo emerso l’aspetto delle competenze che non si è ancora risolto: il C.a.s.o non sarà né una tangenziale di fatto, né un raccordo autostradale (avrà una sola corsia per senso di marcia); l’Anas non si occupa di strade cittadine, eppure dovrebbe essere proprio lei a fare la progettazione. È un’eccezione alla regola? Ma la novità emersa ieri sera in aula riguarda le tavole e le mappe planimetriche che i consiglieri di minoranza hanno denunciato di non aver ricevuto in vista della discussione. Mappe mostrare durante la commissione congiunta di giovedì e poi “non condivise”. Un fatto su cui l’opposizione è pronta a dare battaglia.
«Riteniamo che non sia stato rispettato il Regolamento e che siano venuti meno i principi di base del funzionamento democratico – osservano i consiglieri di minoranza – per questo chiediamo il ritiro della pratica a data da destinarsi, quando avremo in nostro possesso i documenti richiesti, quelli allegati, quelli mostrati in commissione, quelli visionati dalla giunta. Inoltre, ieri, la prima pregiudiziale ha fatto emergere che non si trattava di un mero atto di indirizzo, come ci hanno voluto fare credere durante la commissione, ma di una vera delibera che impegna il Comune non supportata da documentazione esplicativa. Ci siamo perciò rivolti nelle sedi opportune al fine di tutelare lo svolgimento democratico del Consiglio comunale». L’intenzione è di chiedere al Prefetto di intervenire sui lavori del Consiglio che si riunirà ancora domani sera per le ultime battute e, salvo sorprese, l’approvazione della pratica.
[foto Billi]