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L’associazione

Sicurezza sul lavoro: «Gli infortuni si possono (quasi) sempre evitare»

E’ la triste constatazione dei vertici provinciali dell’Anmil alla luce dell’analisi delle cause degli incidenti sul lavoro. Premiati i grandi invalidi

E’ stata la prima volta da presidente dell’Anmil, per Tiziana Biamino, l’incontro con gli iscritti e le autorità per fare un punto della situazione in occasione della Giornata nazionale dei mutilati ed invalidi del lavoro.
Un momento per ricordare chi di lavoro è morto, chi di lavoro è rimasto menomato e le loro famiglie che spesso sostengono il peso di quanto successo. Sono 900 gli iscritti all’Anmil in provincia di Asti: un numero ancora troppo alto, se si calcola che dietro ad ogni iscritto c’è una storia di infortunio. Soprattutto perché, come hanno ricordato la presidente Biamino e Roberto Sardo, vice provinciale e presidente regionale Anmil, la quasi totalità di questi infortuni si possono evitare. «Se si ascoltano i sopravvissuti – hanno detto – si scopre che è sempre possibile, basterebbe solo applicare le norme di prevenzione».
Ma quando l’infortunio accade, le vittime e le loro famiglie hanno bisogno di essere sostenute ed è in questo ambito che l’Anmil svolge la sua mission di tutela.
Tante le proposte portate avanti, come l’allungamento del periodo di percezione dell’assegno di incollocabilità che oggi “scade” ai 65 anni e spesso gli invalidi non possono ancora accedere alla pensione rimanendo così scoperti per anni. E poi la rendita ai superstiti che va a comporre l’Isee famigliare facendo decadere altri benefici, la mancanza di una formazione adeguata per gli invalidi che possono tornare a lavorare in altre mansioni, il servizio di sostegno psicologico per invalidi e famiglie. Altro punto dolente è la durata dei processi per vedersi riconosciuti i risarcimenti e fare giustizia; così lunghi che spesso finiscono in prescrizione.

La presidente Biamino, poi, ha rivolto un accurato appello a tutti i lavoratori: «I colleghi devono essere angeli custodi l’uno dell’altro perché a volte basta un momento di distrazione o di sofferenza personale che abbassano le soglie di attenzione, di manomissione di un’attrezzatura non comunicata, di troppa sicurezza di sé per far scatenare un inferno. E basterebbe che qualcuno vicino si accorgesse di questi momenti per fermare il disastro».
Presenti all’incontro anche Silvia Rivetti ed Irene Berti, rispettivamente direttore Inal Asti-Alessandria e responsabile della sede di Asti. Hanno riferito che molti degli infortuni mortali sono rilevati su strada, sia nei casi di incidente in itinere che nei casi in cui il viaggio sia esso stesso il lavoro della vittima. Solo un quarto dei mortali si verifica sul posto di lavoro. Le donne hanno un peso importante nell’aumento delle denunce per malattie professionali per problemi al sistema osteomuscolare. E che negli infortuni con esito mortale sono ancora tanti i casi di mesotelioma, il tumore provocato da inalazione di fibre d’amianto.

A ascoltare, in platea, anche alcuni studenti della Casa della Carità Arti e Mestieri accompagnati dalla dottoressa Elena Mele.
La Giornata è stata anche l’occasione ormai tradizionale di consegna dei distintivi di grandi invalidi a Sergio Boano, Massimo Cavallero, Leo Bortoletto, Patrizio Gado e alle famiglie dei defunti Giovanni Dogliero, Aldo Viarengo, Antonio Mele e Guido Perusi.

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