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Platani ex mulino di corso Savona
Attualità
Il caso

Abbattimento dei platani, se la Lidl è disposta a rivedere il progetto «perché l’amministrazione ha detto il contrario?»

Dopo l’apertura al confronto da parte della società che andrà a costruire il nuovo supermercato di corso Savona, la minoranza chiede spiegazioni al sindaco. La replica di Amasio

Se oggi un alieno atterrasse ad Asti avrebbe gli stessi problemi degli astigiani a capire il perché sia scoppiato il “caso” dei sette platani di corso Savona, che dovrebbero essere tagliati per fare posto a una pista ciclabile davanti al futuro nuovo supermercato Lidl. Avrebbe difficoltà perché la storia, come l’abbiamo conosciuta fino a ieri, sembrava andare in una direzione, vale a dire che i platani si dovrebbero abbattere perché è stato deciso nella convenzione del 2021 siglata dall’amministrazione Rasero 1 e dai vari soggetti che hanno proposto il Pecli. Ma dopo tre anni è scoppiato il bubbone, la questione è diventata di publico dominio e la voce del no all’abbattimento dei platani si è sollevata in varie sedi, dal Consiglio comunale, alla piazza al web.

L’amministrazione comunale, rispondendo alle varie interrogazioni, ha sempre rimarcato che non c’erano grandi speranze di salvare i platani perché non previsti dal progetto originale e perché le opere di compensazione erano già state effettuate. Anche in un incontro tra ambientalisti e tre assessori comunali era emersa la stessa “sentenza”. In una nota congiunta, diffusa dopo quella riunione, si spiegava che «le ragioni illustrate in riferimento all’abbattimento dei platani nel progetto complessivo di riqualificazione riguardano la loro presenza in un’area che, a differenza del passato in cui furono messi a dimora, attualmente risulta in contrasto con le esigenze viabilistiche, anche di sicurezza, con particolare riferimento alla vicina linea ferroviaria che impone regole stringenti, accanto a problematiche connesse all’ammaloramento del sedime stradale per la parte pedonale». Inoltre nella stessa riunione il tecnico incaricato dalla proprietà aveva ricordato «i molteplici vincoli urbanistici che non hanno consentito nel progetto la conservazione degli alberi esistenti».

Cambiano le carte in tavola

Però, lunedì pomeriggio, è stata la stessa Lidl a riaprire i giochi, spiazzando tutti, con una nota stampa nella quale, senza tanti giri di parole, scarica al Comune la titolarità sugli alberi e sulla pista ciclabile e quindi anche la decisione di abbatterli: «In merito alla vicenda del previsto abbattimento di sette platani nell’ambito del progetto di realizzazione della pista ciclabile su corso Savona, Lidl Italia ci tiene a precisare in primo luogo di non essere proprietaria dell’area sulla quale insistono tali piante, trattandosi, infatti, di suolo pubblico comunale – spiegano dall’azienda – Questi platani, inoltre, di fatto non hanno alcun impatto sulla costruzione del nuovo punto vendita, ma riguardano esclusivamente la zona interessata dalla futura pista ciclabile. Ciononostante, Lidl, da sempre attenta alle esigenze della comunità locale in cui opera e sensibile alle tematiche ambientali, è disposta a valutare, di concerto con l’amministrazione comunale di Asti, eventuali variazioni al progetto già autorizzato, a condizione che le stesse non ne pregiudichino l’esito o le tempistiche di realizzazione».

Ma allora perché, se Lidl sembra essere ben disposta a rivedere parte del progetto, è stato lasciato intendere che non c’era più nulla da fare? È stato un «errore di comunicazione»? Qualcuno ha cambiato idea? Il nostro alieno, al pari degli astigiani, tenderebbe a non capirci granché considerato il fatto che, nell’ultimo Consiglio comunale, una settimana fa, proprio il sindaco Rasero, rispondendo a un’interpellanza sui platani del consigliere Mario Malandrone (Ambiente Asti) aveva rimarcato che «c’è un soggetto che compra un’area e decide di metterla a posto; però nella convenzione che l’impresa ha fatto con il soggetto che andrà a occupare l’area per svolgere l’attività commerciale, quindi parliamo di Lidl, c’era la richiesta di non avere ostacoli di fronte e tutto ciò che minimamente poteva coprire la visuale dell’investimento che andava a fare».

Adesso, su questo cambio di vedute chiedono conto i gruppi consiliari di Europa verde Verdi, Prendiamoci cura di Asti, Uniti si può, Movimento 5 stelle, Ambiente Asti, PD nell’ennesima interpellanza urgente presentata ieri sera. «Perché l’amministrazione in ogni sede (commissione consiliare, consiglio comunale, dichiarazioni pubbliche) ha ostinatamente “scaricato” su Lidl responsabilità di progetto e scelte conseguenti? – scrivono i consiglieri – Perché, fin da subito, a fronte del danno possibile prodotto ai cittadini dall’abbattimento delle piante, l’amministrazione non si è mossa tempestivamente, trattando con Lidl per evitarlo, ma si sia invece affidata a contorsioni narrative, a giustificazioni e argomentazioni dilatorie e fuorvianti?» Dalla minoranza c’è anche la richiesta, considerate le dichiarazioni giunte da Lidl, che si attivi un immediato confronto tra l’azienda e il Comune atto a modificare in tempi brevissimi il progetto, quanto meno per la parte che prevedeva la distruzione dei platani e che la procedura abbia un riscontro pubblico puntuale.

Una prima replica all’opposizione arriva dall’assessore all’Urbanistica Monica Amasio: «E da quando la questione è stata portata alla mia attenzione quest’estate che mi sono sempre dichiarata disponibile a valutare tutte le soluzioni praticabili a condizione che non derivasse un pregiudizio, anche di reputazione e serietà, al Comune che nel 2021 ha sottoscritto un impegno, con l’allora assessore all’Urbanistica Coppo. Con il sindaco e l’assessore Morra avevamo incontrato la Lidl già prima del sit-in e stiamo valutando tutti assieme altre opzioni, nel rispetto delle tempistiche di progetto concordate. Ricordo, inoltre, che ci sono anche altri attori coinvolti, come Rfi e la Soprintendenza, i quali avevano già dato il benestare al piano all’epoca approvato e che quindi non dovranno essere pregiudicati in caso di varianti».

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