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Canelli: alluvione 30 anni dopo, la città non dimentica

Oscar Bielli: «È stato difficile ma abbiamo gettato le basi per la città del futuro»
È impressa nella memoria collettiva quella notte tra il 5 e il 6 novembre 1994. Il prossimo 9 novembre un evento pubblico ricorderà quei tristi frangenti con la mostra “La luce oltre il fango”, una targa commemorativa ed il concerto degli Alpini. «Ricordo uno scenario impressionante che rivivo quando vedo in tv tragedie analoghe – confida Oscar Bielli, all’epoca sindaco – Condivido le paure della gente e le apprensioni degli amministratori, ma, a differenza loro, riesco ad immaginare i problemi del dopo, tra percorsi burocratici tortuosi ed impotenza. Per quanto preparati al peggio, c’è sempre qualcosa di svilente una volta pulito il fango. Io mi sono sentito giudicare per come avevo gestito l’emergenza da chi, mentre io ero ancora nella mota, dopo notti insonni, sedeva comodamente su un divano».

Come è cambiata la città? «Quell’esperienza ha modificato il volto di Canelli. Non ci siamo limitati ad arginare la drammaticità dell’evento, le abbiamo dato una prospettiva futura – risponde Bielli – Siamo stati lungimiranti nell’utilizzo dei 23 miliardi di lire ottenuti: abbiamo rifatto l’acquedotto allacciandolo a quello delle Alpi Cuneesi (la città non ha più sofferto crisi idriche), collocato le scuole in aree non esondabili e su consiglio degli amici trentini, realizzato le casse di laminazione (anche se accusati di fare “propaganda”) ancora oggi necessarie per superare un’alluvione».

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