Qualche speranza in più per Giuseppina, l’ottantenne di Castagnole Lanze la cui badante aveva azzerato il suo patrimonio lasciandola senza risparmi e con debiti dopo averla portata a vivere in Romania per otto anni (prima in una casa di riposo abusiva e poi a casa della madre).
Anca Egorov, questo il nome della badante, di origini romene, è stata condannata in primo grado dal tribunale di Asti a 5 anni e mezzo di carcere oltre al pagamento di una provvisionale immediatamente esecutiva di 300 mila euro a favore di Giuseppina. Era stato disposto anche il sequestro conservativo dei circa 13 mila euro già fermati all’atto dell’arresto insieme alla nuda proprietà degli immobili di cui già dispone.
Attualmente l’ex badante è ancora ai domiciliari a Costigliole e il pm del processo, Davide Greco, ha chiesto ed ottenuto un ordine di sequestro europeo per andare a “caccia” degli investimenti dell’imputata in modo da garantire il futuro risarcimento all’anziana cui aveva sottratto tutto. Facendo centro.
Nei giorni scorsi, infatti, il tribunale superiore di Tulcea, città nella quale è nata Egorov e dove ancora vive la sua famiglia (e dove ha vissuto per otto anni l’anziana di Castagnole Lanze), ha autorizzato il sequestro di quanto risultato intestato all’ex badante comunicandolo all’avvocato Pierpaolo Berardi, che aveva sostenuto la costituzione di parte civile dell’anziana su incarico degli avvocati Gai e Racconci nelle vesti di amministratore di sostegno e curatore speciale. In Romania sono stati trovati tre terreni con fabbricati e un pacchetto di circa 400 azioni della società Petrum, uno dei maggiori gruppi romeni di petrolio e gas.
L’autorità giudiziaria romena parla di “congelamento” di questi beni fino a conclusione del procedimento giudiziario in Italia. Fra i capi di accusa a carico della Egorov vi era anche quello di auto riciclaggio (per aver usato una parte dei risparmi dell’anziana come pagamento di una tabaccheria a Santo stefano Belbo) che rientra nell’elenco dei reati per i quali è concesso il sequestro a favore di altro Stato europeo.
Proprio sul fronte italiano, infatti, il difensore di Egorov ha già presentato ricorso in Appello e si attende la fissazione dell’udienza.