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Intervista

749 anni fa la battaglia di Roccavione dove gli astigiani sconfissero l’esercito di Carlo I d’Angiò

L’episodio segnò l’inizio del declino del dominio angioino nell’Italia settentrionale, anticipando di sette anni i Vespri Siciliani

Sono trascorsi esattamente 749 anni, era il 10 novembre 1275, dalla battaglia di Roccavione nella quale gli astigiani, alla guida dell’esercito antiangioino, sconfissero le truppe di Carlo I d’Angiò rallentando le sue mire espansionistiche sul Piemonte. Un evento molto importante per la storia locale, ma oggi quasi dimenticato. L’astigiano Luca Campini, ricercatore di storia e sigillografia medievale, rievoca quell’evento e ne spiega l’importanza.

La battaglia di Roccavione è un evento poco conosciuto ai più, ma non secondario.

La battaglia di Roccavione, combattuta il 10 novembre 1275, è significativa non solo per la storia locale, ma anche per la storia dell’Italia settentrionale del XIII secolo. In questa battaglia, l’esercito antiangioino guidato dagli astigiani sconfisse clamorosamente le truppe di Carlo I d’Angiò, re di Sicilia e uno dei sovrani più potenti d’Europa a quel tempo. Questa sconfitta segnò l’inizio del declino del dominio angioino nell’Italia settentrionale, anticipando di sette anni i Vespri Siciliani e infliggendo un duro colpo al sogno di egemonia mediterranea di Carlo d’Angiò. Da quel giorno dovranno passare quasi quarant’anni per rivedere gli Angioini sul territorio astigiano.

Quali motivi hanno portato alla battaglia di Roccavione?

La battaglia è stata il culmine di una serie di eventi iniziati nell’estate del 1275. L’esercito astigiano condusse una campagna militare nel sud del Piemonte, attaccando i territori angioini e costringendo il marchese Tommaso I di Saluzzo a cambiare schieramento. Dopo aver umiliato gli albesi, principali sostenitori degli Angioini, gli astigiani si prepararono a confrontarsi direttamente con le forze angioine. Il siniscalco di Lombardia, Philippe de Gonesse, si ritirò a Cuneo, ultima roccaforte angioina in Piemonte, in attesa di rinforzi dalla Provenza. Inseguito dagli astigiani e dai loro alleati, de Gonesse fu costretto ad accettare battaglia a Roccavione, ai piedi delle Alpi.

Può descrivere la battaglia e le sue conseguenze?

Purtroppo non si conoscono i dettagli precisi della battaglia, ma le fonti storiche, come il Memoriale venturiano, concordano sul fatto che l’esercito angioino subì una disastrosa sconfitta. Oltre 140 cavalieri angioini persero la vita, e il maresciallo della cavalleria, Ferry de Saint-Amand, fu catturato e imprigionato ad Asti. La vittoria astigiana a Roccavione ebbe conseguenze di vasta portata. Il dominio angioino nell’Italia nord-occidentale si disgregò rapidamente, segnando la fine della prima dominazione angioina nella regione. Asti, invece, accrebbe il suo potere e la sua influenza, assumendo il controllo di gran parte del Piemonte meridionale.

Quale fu l’impatto a lungo termine della battaglia su Asti?

La battaglia di Roccavione segnò l’apice della potenza e dell’autorevolezza di Asti, che durò per oltre vent’anni. La città riuscì a recuperare i territori perduti e ad espandere i propri domini, diventando il comune più potente del Piemonte. Tuttavia, all’inizio del XIV secolo, la guerra civile e le lotte interne indebolirono Asti, che finì per cadere sotto il controllo di signorie straniere.

Sta lavorando a un volume che racconterà un periodo storico molto importante per l’Astigiano. Può anticipare qualche dettaglio su questo lavoro?

Per i 750 anni dalla battaglia di Roccavione ho in programma, il prossimo anno, di pubblicare un volume dedicato alla guerra tra Asti e Carlo d’Angiò fino all’episodio più importante culminato in questa battaglia. È un lavoro a cui tengo molto, che curo ormai da diversi anni, in cui ho voluto sviluppare la storia in una fase importante dell’occupazione angioina nel nostro territorio, soffermandomi con maggiore attenzione sui fatti locali.

Perché questa battaglia, di cui si sente parlare poco, è così importante per gli astigiani?

Perché ha rappresentato un bivio nella nostra storia: si era giunti alla resa dei conti e quella vittoria spezzò definitivamente la pressione delle forze angioine evitando la concreta possibilità della caduta della nostra città in mano a Carlo d’Angiò. Dopodiché, dato tutt’altro che irrilevante, come accennato fu una vittoria che proiettò il Comune di Asti all’apice della sua potenza politica e militare sullo scacchiere dell’Italia comunale. La guerra contro Carlo d’Angiò non fu ovviamente né la prima né l’ultima combattuta dagli astigiani, ma va rimarcato che fu senza alcun dubbio la sfida più difficile, dall’esito incerto, intrapresa da Asti per la conservazione delle libertà comunali.

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