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Cultura e Spettacoli
Teatro

«La stagione “Voce”, proposta variegata tra identità e accessibilità»

La co-direttrice artistica di Spazio Kor, Giulia Traversi, parla della stagione al via sabato 16 novembre – A salire sul palco sarà Danio Manfredini con “Divine”

«Il titolo della stagione, “Voce”, ha un duplice significato. Da una parte sottolinea un aspetto identitario, essendo la voce la parte più intima e caratteristica di una persona. Dall’altra indica la volontà di dare spazio a temi e artisti che hanno bisogno di essere ascoltati».
Così Giulia Traversi, co-direttrice artistica dello Spazio Kor di Asti insieme a Chiara Bersani, definisce la stagione teatrale 2024/2025 che prenderà il via sabato 16 novembre, alle 21, con lo spettacolo “Divine” di Danio Manfredini (biglietti da 10 a 5 euro, info: 327/8447473).
Una stagione variegata…
Sì, da quando ricopriamo questo incarico abbiamo scelto di mescolare diversi generi per offrire una panoramica completa sulla scena contemporanea, dalla danza al teatro, con la novità quest’anno degli spettacoli dedicati alle giovani generazioni. Di conseguenza non abbiamo un pubblico di riferimento: i nostri spettatori vanno dai ragazzini agli adulti sopra i 50 anni.
Ci parli della novità di questa edizione…
Abbiamo inserito in cartellone lo spettacolo “Hamelin”, liberamente ispirato alla fiaba “Il pifferaio magico” dei Fratelli Grimm, adatto a bambini dai 5 anni in su. A portarla in scena la Factory compagnia transadriatica, impegnata da tempo nell’ambito dell’accessibilità, che fornirà kit agli spettatori neurodivergenti, allo scopo di favorirne la comprensione e prepararli a livello emotivo.

L’accessibilità e gli spettacoli

Vi siete sempre occupate di accessibilità…
Sì, abbiamo sempre cercato di inserire numerosi eventi accessibili ad un pubblico con diverse forme di disabilità, in modo che non si tratti di uno spot, ma di una caratteristica che permea l’intera stagione. Nel concreto, favoriamo il coinvolgimento di persone cieche e ipovedenti fornendo audioguide che propongono in maniera poetica le descrizioni dello spettacolo. Parimenti, offriamo la traduzione nella lingua dei segni, direttamente in scena, delle drammaturgie teatrali a beneficio del pubblico sordo. E forniamo, come accennato, kit per spettatori neurodivergenti.
Quali sono, secondo lei, le “punte di diamante” di questa stagione?
Sicuramente lo spettacolo di apertura, “Divine”, di e con Danio Manfredini, vincitore di tre premi Ubu, che io amo definire un maestro invisibile, in quanto ha sempre operato nel circuito off. Lo spettacolo, liberamente ispirato al romanzo “Nostra signora dei fiori” di Jena Genet, vede al centro la storia di Divine, al secolo Louis Culafroy, un ragazzino che scappa di casa per condurre a Parigi una vita da travestito.
Quindi lo spettacolo “Quaderno/Greta Garbo”, di e con Daria Deflorian, attrice nota per la sua partecipazione a film e serie televisive. E ancora, l’”Op.22 No.2” di Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla Carriera per la danza nel 2019 alla Biennale di Venezia, e il progetto “T/S – Caution, Construction Area”, che nasce dalla poetica di Matteo Latino, mancato nel 2015, in cui gli amici Dario Salvagnini e Fortunato Leccese mettono in scena la sua drammaturgia.

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