Una storia lunga e divenuta sempre più travagliata negli ultimi anni quella del “San Marco”: la sua costruzione infatti iniziò nel 1567 e dal ‘700 la struttura venne ampliata lateralmente e ospitò per tantissimi anni un ospedale vero e proprio. Fino agli anni ‘80, l’ospedale “San Marco” vantava un reparto di medicina e chirurgia e una maternità, tanto che la maggior parte della popolazione nasceva proprio nella città aleramica e non nelle vicine città di Casale Monferrato e Asti, nei cui ospedali si recano oggi le famiglie moncalvesi. La gestione era affidata a tre medici, che lavoravano a tempo pieno a Moncalvo, e alle suore del Cottolengo capeggiate da suor Angelica, divenuta nel tempo una vera e propria “istituzione” in paese. Dagli anni ‘80 poi l’ospedale fu trasformato in poliambulatorio, conservando però la sua importanza (nessuna struttura ambulatoriale fra Asti e Casale poteva costituire un riferimento paragonabile) e la sua dimensione e disponibilità, con 25 posti letto per gli ospiti.
Una lunga storia dalla fine poco gloriosa: dopo tanti anni di “servizio”, la struttura necessitava di una ristrutturazione che venne ritenuta troppo svantaggiosa dall’allora direttore generale, che preferì, a fronte di una maggiore spesa, abbandonare il “San Marco” per costruire un nuovo ambulatorio in via Goria, tuttora in funzione. Dal 2007 l’ex ospedale versa in stato di abbandono, colpito nel 2016 dalla caduta di una delle “giunte” settecentesche, dove sorgeva il reparto maternità. Accanto, la chiesa, oggi sconsacrata, di San Marco, coinvolta nel crollo e che per tanti anni ha servito da cappella dell’ospedale, ospitando anche un cappellano fisso per tanti anni, insieme ad una splendida opera di Guglielmo Caccia sopravvissuta miracolosamente al crollo e oggi esposta nella chiesa di San Francesco. Ad oggi, l’edificio è di proprietà dell’Asl di Alessandria, in attesa di investimenti per riportarlo al suo massimo splendore, con altra rinnovata funzione.