Tutto come da programma, nessuna sorpresa finale al termine dello spoglio delle schede per le elezioni provinciali che si sono svolte domenica a distanza di due anni dal precedente voto. Ancora una volta a rinnovare il Consiglio provinciale (ma non il presidente il cui mandato non scade contestualmente all’assemblea perché dura quattro anni) sono stati solo i sindaci e i consiglieri comunali dell’Astigiano.
Come previsto, la lista di centrodestra “Progettiamo l’Astigiano” sostenuta dall’attuale sindaco di Asti e presidente della Provincia, Maurizio Rasero, ha ottenuto più voti assicurandosi sette consiglieri eletti mentre quella di centrosinistra, “Insieme per la Provincia Asti“, si è garantita tre consiglieri per un totale di dieci eletti. Le elezioni di secondo livello, cui non hanno partecipato i cittadini, sono avvenute con il voto ponderato e determinato sulla base del valore percentuale del rapporto fra la popolazione di ciascuna delle nove fasce demografiche previste dalla legge 56/2014 e la popolazione dell’intera provincia.
Al termine dello spoglio per la lista “Progettiamo l’Astigiano” sono stati eletti: il sindaco di Nizza Simone Nosenzo (voto ponderato 12059), il sindaco di San Damiano Davide Migliasso (v.p. 11028), il consigliere comunale di Passerano Marmorito Davide Massaglia (v.p. 7745), il sindaco di Monastero Bormida Luigi Gallareto (v.p. 6357), il sindaco di Mombercelli Ivan Ferrero (v.p. 5975), il sindaco di Capriglio Tiziana Gaeta (v.p. 5909) e il sindaco di Castagnole delle Lanze Calogero Mancuso (v.p. 5396). Per la lista “Insieme per la Provincia Asti” sono stati eletti: il sindaco di San Martino Alfieri Andrea Gamba (v.p. 6705), il consigliere comunale di Canelli Alessandro Negro (v.p. 6573) e il consigliere comunale di Asti Mauro Bosia (v.p. 5197). Per quanto riguarda l’affluenza alle urne, gli elettori chiamati a rinnovare il Consiglio provinciale sono stati 1.311, ma i votanti sono stati 921.
Ad andare a votare è stato circa il 70% degli aventi diritto mentre l’astensione ha interessato quasi il 30%. Un valore rilevante, sebbene due anni fa i votanti furono inferiori, che potrebbe essere interpretato come un segnale di disinteresse o sfiducia verso l’attuale sistema elettorale provinciale.
[nella foto il presidente della Provincia Maurizio Rasero durante il voto]