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Canelli

La scritta “Turetta libero” nel giorno contro la violenza sulle donne a Canelli

Comparse in più muri della città. In risposta stamattina le scuole si sono radunate per una riflessione comune sul tema.

Un pugno alla stomaco, duro, sordo e più doloroso che mai, visto che viene sferrato nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

E’ stato veramente bruttissimo il risveglio a Canelli dove, all’indomani dello spettacolo “Ferite a morte” di Serena Dandini andato in scena al Teatro Balbo, nei luoghi più frequentati dagli studenti sono comparse scritte in odio alle donne.

Più di una. “Puttana”, troia” e quella che forse è la più grave, “Free Turetta”, incitazione alla liberazione e dunque all’approvazione del gesto di Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin poco più di un nno fa.

Il tutto corredato da svastiche e stelle cerchiate.

«Certamente un atto di becero bullismo e di grande stupidità, ma che conferma quanto sia necessaria una presa di coscienza non solo del problema della violenza contro le donne (circa 1 milione e mezzo di casi di violenza fisica ogni anno solo in Italia), ma anche del profondo disagio nelle relazioni tra i generi. Un disagio che nasce dalla ridefinizione degli equilibri di potere e dei ruoli» si legge in una nota dell’amministrazione.

Oggi è arrivata dai ragazzi delle scuole di canellesi la risposta a questi gesti così odiosi. Hanno deciso di riunirsi davanti alla sede degli istituti Artom e Pellati per una riflessione congiunta. Intanto l’amministrazione ha già disposto la rimozione delle scritte che ha già avuto inizio, per cancellare anche la minima traccia di un gesto che non è solo vandalico, ma mina la cultura di parità di genere.

«Le stupide scritte sono state prontamente ricoperte dagli operai della Provincia che si ringrazia per la pronta risposta e per la sensibilità dimostrata – commenta Franco Calcagno, dirigente dell’istituto Artom –  Con il comune di Canelli siamo prontamente intervenuti anche se di giornata festiva per fare  in modo che i ragazzi ricevessero un segnale di vicinanza e solidarietà e che la deturpazione della scritta fosse nascosta. Non per nascondere sotto il tappeto, ma, al contrari,o per dimostrare attenzione e cura».

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