È diventato un caso politico, con annessa interrogazione in Consiglio, il bando promulgato dal Comune di Asti per assumere due nuovi impiegati da inserire nell’organigramma. In particolare si tratta di due operatori per “servizi generali”, a tempo indeterminato, con orario par-time di 24 ore settimanali. Il bando, che scadrà il 12 dicembre, è interamente riservato ai disabili indicati all’articolo 1 della Legge 68/99 «a esclusione – si legge nel testo del bando – dei portatori di handicap intellettivo e psichico, dei non vedenti, degli ipovedenti e dei sordomuti».
Quindi un bando per persone diversamente abili, le cosiddette categorie protette, ma che fa distinzione tra disabilità e disabilità. Secondo i consiglieri comunali di Uniti si può, Vittoria Briccarello e Mauro Bosia, il bando sarebbe discriminatorio perché escluderebbe intere categorie di persone, contravvenendo a quanto invece previsto dalla Legge 68/99 che si applica «alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa superiore al 45%, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile […]; alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33%, accertata dall’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali in base alle disposizioni vigenti; alle persone non vedenti o sordomute e alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio con minorazioni […]».
«Come mai il Comune – domandano i due consiglieri di minoranza – ha previsto le esclusioni che sono invece chiaramente citate nella Legge 68/99? In base a che cosa il Comune ha deciso tale esclusione? L’Ente non ritiene di aver avuto un comportamento fortemente discriminatorio nella pubblicazione del bando? Sono previsti bandi che contemplino le persone con disabilità escluse dal bando in questione?». Però l’amministrazione comunale rimanda al mittente le accuse di aver fatto delle scelte discriminatorie perché, sebbene il bando sia aperto solo a determinate categorie, non tutti i portatori di handicap sarebbero in grado di svolgere tutte le mansioni previste dalle assunzioni.
«Si tratta di un bando predisposto dagli uffici, ma ricordo che nell’ultimo anno e mezzo il Comune ha assunto un lavoratore parzialmente sordo poiché adibito a mansioni compatibili con la sua patologia – spiega l’assessore al Personale Giovanni Boccia – Poi sono state assunte anche persone con limitate capacità intellettive, abbiamo una risorsa umana non vedente e un’altra che ha una patologia medica diagnosticata, a sua volta compresa nelle categorie previste dalla Legge 68/99. Quindi non ci sono discriminazioni». A precisare la questione dal punto di vista tecnico è il dirigente del Personale, Riccardo Saracco: «Il Comune non adotta alcun comportamento discriminatorio ed è impegnato ad adempiere a quanto previsto dalla Legge 68 in materia di diritto al lavoro di soggetti portatori di disabilità. A tal proposito, già nel corso degli anni 2022 e 2023 tramite procedura di avviamento dal Centro per l’impiego, l’Ente ha assunto un soggetto portatore di disabilità sensoriale e due portatori di disabilità intellettive. Riteniamo doveroso non solo tecnicamente, ma anche eticamente dare piena attuazione alla Legge 68 e ribadiamo il nostro impegno in tal senso».