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Caritas Beppe Amico e giovani presentazione libro
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«Nel nostro libro mostriamo i volti della povertà»

E’ stato pubblicato “Alziamo il volume”, scritto dal direttore provinciale Caritas Beppe Amico con un gruppo di giovani

Solitudine. E’ la condizione che accomuna chi vive nella povertà, come emerge dalle quindici storie raccolte nel libro “Alziamo il volume”, pubblicato venerdì scorso da Effatà Editrice.
A scriverlo il direttore provinciale Caritas Beppe Amico con un gruppo di giovani, di età media vent’anni, già coinvolti in passato in progetti solidali: Ashely Gaye, Nicole Iglina, Francesca Irace, Giulia Irace, Filippo La Rotonda, Sara Mhaimer, Ginevra Merello, Letizia Occhinegro, Maxym Parisi, Giulia Peyla, Anna Reynaud, Giorgia Taurisani, Chiara Zuccherino, Sara Zuccherino e Grey Hoxha.
«Abbiamo selezionato un campione di persone tra i 1.193 nuclei familiari che nel 2023 hanno ricevuto un aiuto dalla Caritas astigiana (per un totale di oltre 16mila interventi, ndr)», racconta il direttore Amico. «In particolare – continua – ci siamo indirizzati ai 106 che hanno fruito di un fondo di solidarietà, chiamato “Bolletta sospesa”, creato per contrastare l’aumento dei costi energetici.
Rispondendo ad interviste semi-strutturate, queste persone ci hanno fatto dono delle loro confidenze, spesso facendo anche fatica a trattenere le lacrime. Ci hanno aiutato ad approfondire le cause e i volti delle povertà oggi. Siamo infatti convinti che oltre ai dati, qui volutamente non forniti, ci siano le persone. In sostanza, abbiamo voluto offrire un’altra chiave di lettura della povertà».
All’inizio il gruppo aveva pensato solo ad una pubblicazione ad uso interno. «Poi, però – confida – ci siamo resi conto della ricchezza che avevamo tra le mani, per cui abbiamo pensato ad un libro».

Le storie

Dal materiale raccolto sono state selezionate quindici storie dopo un confronto di gruppo. «Abbiamo scelto vicende – spiega – che rappresentassero le diverse categorie di povertà: dall’anziano malato a chi ha un lavoro cosiddetto povero, dalla mamma separata che deve conciliare la ricerca di un lavoro con l’accudimento dei figli a chi dorme in auto a causa della povertà estrema, dalla coppia di giovani proveniente dall’Albania rimasta clandestina per otto anni all’ex detenuto che ha difficoltà a reinserirsi nella società. Sono prevalentemente italiani, ma parliamo anche di alcuni stranieri».
Tra le pagine emergono sofferenza e, come accennato, solitudine. «Nonostante gli aiuti che vengono messi in campo, da noi e da altre associazioni – annota – abbiamo percepito che queste persone si sentono sole. Di conseguenza ci siamo subito attivati, così da affiancare due volontari ad ogni intervistato. Il loro compito è contattare, telefonare, ascoltare e supportare queste persone nella fatica quotidiana. Ebbene, la situazione è decisamente migliorata. Se scrivessimo il libro oggi, il testo sarebbe parzialmente diverso. E questo ci conforta molto».

Le lettere

Il volume si arricchisce poi di quattro lettere scritte dal gruppo di autori, a commento delle storie raccolte. La prima è indirizzata al principio dell’uguaglianza, la seconda a Giobbe («in riferimento al ribaltamento culturale del concetto di povertà, che si distacca dalla colpa, legato al suo nome») e le ultime due (“Giovani ma clandestini” e “Restare saldi”) ai protagonisti delle prime due storie raccontate.
“Alziamo il volume” (108 pagine, 14 euro) è disponibile in libreria e on line. Dopo la presentazione svoltasi nei giorni scorsi nel refettorio del Seminario vescovile, il libro sarà illustrato il 12 dicembre alle 20.30 all’ex confraternita dei Battuti di Villanova, in collaborazione con la biblioteca cittadina.

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