C’è un giudizio unanime sulla scomparsa del maestro Albertino Cerrato, 88 anni, investito sull’attraversamento pedonale in Praia lunedì sera, da un’auto: «Se ne è andato un uomo buono, generoso, disponibile e di grande talento nell’insegnamento».
Una vita decisamente piena, quella di Cerrato, che ha insegnato educazione fisica a tante generazioni di astigiani e che è stato molto amato nella sua professione, a giudicare dalla pioggia di messaggi sui social e quelli pervenuti direttamente alla figlia Chiara, al genero Alberto e alla nipote Martina.
La sua è stata una vita dedicata allo sport. Non solo per mestiere (fu tra i primi ad insegnare anche la ginnastica per adulti), ma anche nell’organizzazione di eventi come i Giochi della Gioventù e fra gli ideatori, con la società Brancaleone, della staffetta 24 x 1 ora. Appassionato di moto e auto, aveva corso in gioventù sia sui tracciati da rally che in pista a Monza. Passione che condivideva con l’amico Gianni Goria insieme alla politica e alla militanza nell’allora Democrazia Cristiana.
E’ stato componente attivo del Csi di Asti e gestore di campi da tennis da quando questi erano in centro, dove ora c’è il parcheggio di piazza Castigliano; si occupò poi dei campi dell’Hasta Hotel al tempo del ritiro della nazionale brasiliana per i mondiali Italia ’90 e ne gestì anche fuori provincia, a Chieri.
Altra sua grande passione fu la montagna. Provetto scalatore, arrampicatore e scialpinista (quest’ultima specialità praticata fino a non molti anni fa), fu vice presidente del Cai di Asti. Fu anche corrispondente sportivo per qualcuni giornali di settore.
La sua generosità lo portò a partecipare ai primi nuclei di Protezione Civile astigiana, con un grande impegno durante l’alluvione di 30 anni fa ma anche poi in altre calamità naturali accadute in Italia che necessitavano di volontari. E altro volontariato lo vide sempre presente alla parrocchia di Santa Maria Nuova.
La famiglia di Albertino Cerrato era già stata segnata da un gravissimo lutto per incidente stradale nel quale morì il fratello Giovanni, in giovanissima età. Albertino, accanto all’insegnamento e ai suoi impegni extrascolastici, per molto tempo affiancò i genitori e il fratello Sergio nella gestione del negozio di alimentari di famiglia a Santo Spirito.
Un uomo profondamente legato alla sua famiglia e alla figlia Chiara, conosciuta in città per gli incarichi di prestigio ricoperti all’interno della scuola e all’impegno come consigliera di Parità in Provincia e in Regione. Uomo che fu anche antesignano dei temi del rispetto altrui e soprattutto delle donne. Sua richiesta precisa, quando parlava in famiglia di quando se ne sarebbe andato, era quella di aggiungere, sul manifesto funebre, al suo nome, anche la dicitura “vedovo Volpe”, in omaggio all’amata moglie già scomparsa. «Perché solo per le donne si indica di chi sono vedove mentre per gli uomini no? Non è giusto».
Un desiderio tristemente esaudito dalla figlia Chiara nell’annunciare che domani sera, giovedì alle 19 sarà recitato il rosario nella chiesa parrocchiale Don Bosco; la stessa che vedrà l’ultimo saluto venerdì mattina alle 10,15.