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Osservatorio sul debito privato

Asti provincia con troppe aziende e persone indebitate… e l’usura è dietro l’angolo

Dai dati dell’Osservatorio emerge che 6 mila astigiani sono già in sovraindebitamento e altri 12 mila sono vicini al default. Le soluzioni.

Numeri alla mano, 6 mila astigiani sono sovraindebitati cronici e ad essi se ne aggiungono 18 mila che pagano in ritardo, sono in forte sofferenza e sono prossimi al default. Facendo una percentuale sulla popolazione di tutta la provincia, si supera il 10% di residenti.
Un dato sconfortante che emerge dalla ricerca approfondita svolta dall’Osservatorio sul debito Privato finanziato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, e del quale fa parte un astigiano, Stefano Santin (foto in gallery), presidente della Casa del Consumatore.

L’eredità economica del Covid

«Si intende per sovrindebitamento una situazione in cui il cittadino o il titolare di attività non riesce più a far fronte al pagamento dei suoi debiti – spiega lo stesso Santin – Nell’Astigiano sono 6 mila e sono rappresentati prevalentemente da piccoli artigiani, imprenditori, commercianti. Piccole realtà, sotto i 200 mila euro di fatturato. Di questi, molti sono titolari di locali pubblici che hanno subito pesanti ripercussioni dalle chiusure per Covid e la maggior parte di loro ha già chiuso i battenti, ma si ritrova a dover far fronte ai debiti che ancora bussano alla porta».
Il profilo è comune quasi a tutti: hanno già la casa all’asta (e dunque presto non avranno neppure un luogo in cui vivere), hanno pignoramenti in corso di ogni altro bene e mutui con rate saltate o decadute che li escludono da ogni altro possibile linea di credito.

Rischio usura

«L’usura è proprio uno dei rischi più forti per queste persone che si trovano senza più alcun bene disponibile, nessun istituto finanziario che fa loro credito ma devono trovare denaro per vivere» sottolinea il presidente della Casa del Consumatore.
Ci sono anche i privati in questo gran numero di indebitati cronici.

I “figli” delle crisi aziendali

E le ragioni sono molteplici. Si va da una separazione particolarmente pesante a sopravvenuti problemi medici seri che, da una parte limitano la capacità lavorativa delle persone e dall’altra aumenta il fabbisogno di denaro per cure e accudimento. «Ci sono anche tanti cittadini “figli” delle crisi aziendali locali e dipendenti statali che scontano il mancato adeguamento degli stipendi al costo della vita e il congelamento del pagamento degli straordinari, soprattutto in sanità» specifica ancora Santin scorrendo le casistiche astigiane.
E tutto questo ha ripercussioni devastanti sulle persone. «Pensiamo ad un dipendente che fino ad un certo punto poteva contare su un certo reddito e che su questo ha calibrato, in modo equilibrato, i suoi debiti rappresentati normalmente da mutuo per la casa e rate per auto o altri beni – spiega Santin – All’improvviso quel reddito diminuisce perché va in cassa integrazione oppure è costretto a cambiare lavoro e ne trova uno meno pagato. Comincia ad andare in sofferenza, arriva il primo pignoramento del quinto dello stipendio. Ma con quello riesce ancor meno a far fronte ai suoi debiti e perde anche la casa. Se vuole affittarne una il padrone di casa, vedendo il pignoramento sullo stipendio, difficilmente si fida a fargli il contratto. E così è costretto a trovare soluzioni abitative temporanee ma più onerose, in strutture ricettive. Lo stipendio si erode ancora di più e quando non ce la fa più chiede di avere l’assegnazione di una casa popolare che non gli viene assegnata perché, formalmente, il suo reddito non lo consente. Non c’è un meccanismo che tiene conto dei debiti e del resto. E in poco tempo si arriva a vivere emarginati, al limite della sussistenza pur disponendo di uno stipendio».

Quali sono le soluzioni?

«L’accesso agli organismi di composizione della crisi, i cosiddetti OCC – consiglia Stefano Santin – che, valutando attentamente caso per caso, costruisce una uscita sostenibile dal debito per consentire a privati e imprenditori di ripartire senza portarsi dietro per tutta la vita la zavorra di un debito che non sarebbero mai in grado di pagare. Non serve neppure essere assistiti da avvocati. Noi come Casa del Consumatore facciamo da tramite con gli OCC presenti sul territorio».
Una strada che è consigliata anche a debitori come i ludopatici, cioè chi ha contratto debiti per colpa del vizio del gioco. «Se si ravvedono ed intraprendono un percorso di “disintossicazione” certificato, ha accesso agli OCC – conferma Santin che aggiunge – Va compreso che il sovraindebitamento cambia profondamente le persone e quello che parte come un problema di denaro, spesso si trasforma in un problema relazione che ricade su tutta la comunità perché l’80% dei debitori cronici finiscono per isolarsi, per perdere fiducia nelle soluzioni e si lasciano andare con ripercussioni anche sul loro ambito famigliare».

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