Primo step del convegno organizzato da UnipolSai mercoledì sera in Provincia sul tema dei rischi ai tempi del cambiamento climatico condotto da Fabio Saracco: perchè contiamo sempre più “bombe d’acqua” e alluvioni? La risposta è arrivata da Claudio Cassardo, meteoclimatologo: negli ultimi 40 anni il Mediterraneo ha registrato l’aumento medio di 2 gradi e questo ha portato ad una maggiore quantità di vapore acqueo in atmosfera che, quando arriva a saturazione, scende a terra con precipitazioni più abbondanti del 14%. E con situazioni in cui i temporali si fermano sullo stesso luogo provocando le inondazioni.
Secondo step: quali sono i rischi locali legati ai cambiamenti climatici? A questa domanda ha risposto Stefano De Bortoli, geologo: «Alluvioni e frane. Il 70% di acqua caduta dal cielo si infiltra nel terreno, il 20% evapora, il resto corre. Se si cementifica e consuma suolo, la percentuale di acqua che corre invece di essere assorbita dal terreno sale al 75%».
Terzo step: cosa fare per proteggere le aziende?
Stefano Sala, amministratore delegato di Gruppoper ha le idee chiare: «Una buona analisi dei rischi specifici per ogni tipo di attività è in grado di minimizzare notevolmente il rischio, i danni subiti e, di conseguenza, di ridurre al massimo il tempo della ripartenza». Con qualche esempio pratico: «Sopraelevazione di macchinari e spostamento dei quadri elettrici in luoghi meno accessibili da una eventuale inondazione – risponde Sala – oppure predisposizione di macchinari in grado di asciugare velocemente i macchinari riducendo i danni da corrosione, solo per fare alcuni esempi».
Quarto step: l’obbligo assicurativo contro le calamità introdotto dal Governo a partire dal primo gennaio.
E’ Stefano Puppione, di UnipolSai Asti a spiegare che si tratta di un obbligo anomalo «Perchè non prevede sanzione per le imprese che non la stipuleranno. Ma, in caso di calamità, le aziende non assicurate non avranno diritto a contributi a fondo perduto o altre agevolazioni. E’ un obbligo che riguarda prevalentemente le microimprese. Oggi solo il 5% di loro è assicurato mentre supera l’80% la percentuale di macroimprese che si sono già assicurate.
Il sindaco e presidente della Provincia Rasero, intervenendo per un saluto ha fatto una proposta per rendere le polizze accessibili alla maggior parte delle imprese: «Istituire un fondo pubblico da destinare alle Compagnie assicuratrici in modo da abbattere i costi delle polizze sia nei territori a forte rischio, sia per quelle attive in aree a minore rischio. Un principio di “solidarietà” per favorire la stipula delle assicurazioni»