«Perché ho deciso di scrivere un libro sui Queen? Perché rappresentano il mio primo grande amore in ambito musicale».
A parlare è Alexander Macinante, giornalista e cantautore astigiano, dal 2010 impegnato come addetto stampa di varie realtà culturali cittadine. Lo scorso 14 novembre è uscito il suo libro “Queen rocks – Il miracolo della band che non muore mai”, edito da Gallucci.
Alexander, come è nata l’idea del libro?
A fine marzo il mio grande amico Massimo Cotto, che aveva inaugurato la collana “Gallucci sounds good” con il volume “Pictures of you”, mi aveva proposto di farne parte chiedendomi di scrivere un libro. Dovevo scegliere tra due mie grandi passioni: David Bowie o i Queen. Dopo aver ringraziato la casa editrice per la fiducia accordatami, ho accettato la sfida optando per i secondi perché rappresentano il mio primo grande amore musicale e perché pensavo fosse interessante scrivere su di loro con un taglio un po’ diverso.
In cosa si differenzia questo libro dai numerosi altri volumi dedicati alla band?
Innanzitutto si occupa molto di cosa è successo dopo la morte di Freddie Mercury. Sottolineando, in particolare, l’effetto rilancio garantito dal musical “We will rock you” e dal film “Bohemian Rhapsody” che hanno diffuso, senza nostalgia, la conoscenza del gruppo ad un pubblico di giovani, che ora li sentono propri. Un rilancio che poggia su basi solide, in primo luogo grazie allo stile eterogeneo della band che arriva a tutti.
Infine ho cercato di inserire aneddoti personali, stralci di conferenze stampa, cui avevo partecipato prima dei concerti che recensivo per alcune fanzine, e interviste ad artisti o professionisti del settore.
Il libro e i concerti
Qualche esempio?
Ho intervistato David Stopps, che avevo conosciuto quando organizzava concerti ad Asti. Aveva infatti lavorato come promoter del locale “Fryars” nella città inglese di Aylesbury, in cui si erano esibiti i Queen agli esordi, nel 1973. Nell’intervista racconta il “dietro le quinte” della serata, oltre alla sua esperienza al “Live Aid” in cui aveva incontrato il gruppo.
Altro nome Myriam Stockley, cantante americana con cui ho collaborato scrivendo alcuni brani per il suo album “Eternal”. A lei ho chiesto di parlare della collaborazione con Freddie Mercury e con il gruppo negli anni Ottanta e Novanta. E ancora, ho intervistato Biagio Antonacci in merito al simpatico aneddoto che lo ha visto prestare una sua chitarra a Brian May.
Lei è un grande fan dei Queen. Quanti concerti ha seguito?
In totale 25, sia in Italia sia all’estero. Il primo è stato nel 1984, all’età di 10 anni, accompagnato da mio fratello che mi ha “iniziato” alla musica. E’ stato l’unico in cui ho visto Freddie Mercury sul palco.
Questo libro si rivolge ai fan come lei?
Si rivolge agli appassionati, grazie alla “chicche” che propone, ma anche a chi non ha mai sentito parlare dei Queen.
L’aneddoto più divertente della sua vita da fan che racconta nel libro?
Parlo di quando, nel 2008 all’aeroporto di Fiumicino, ero in attesa dell’arrivo dei Queen. Ero in anticipo, per cui la sala era ancora vuota. Ad un certo punto si sono aperte le porte ed è uscita Monica Bellucci, che io ho completamente snobbato nell’attesa, subito dopo, dell’arrivo del gruppo.
Ecco, scorrendo le pagine c’è anche tanto umorismo: è un libro che mi rispecchia.