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Tartufo
Attualità

Il Monferrato capitale d’Italia del tartufo per la stagione 2024

E’ stata l’unica area a vocazione tartufigena ad avere una buona produzione. Richieste di forniture dall’Alese, Centro e Sud Italia dove la siccità ha azzerato la raccolta.

Una stagione dei tartufi dir poco eccezionale. E a dirlo è Piero Botto, presidente dell’associazione di trifulau Atam che tira le fila e prova a fare un bilancio anche se lui e gli altri cercatori sperano di prolungare la raccolta almeno fino a metà gennaio.
«Perchè a dire il vero da qualche giorno non si trova più nulla. La troppa acqua ha fatto fruttificare massicciamente in ottobre anzichè novembre e adesso bisogna sperare che sotto ci sia ancora qualcosa che si sta formando».
Ma è stata una super annata, soprattutto per le tartufaie di collina, in pendenza dove c’è stata umidità del suolo ma non allagamenti.
E spiega una situazione di cui andare orgogliosi.
«Quest’anno il Monferrato è stata la capitale del tartufo. Il luogo in cui si è raccolto di più e meglio, ad eccezione di alcune aree come la Valle Versa che ha patito gli allagamenti da troppa pioggia. Monferrato molto più generoso dell’Albese, più del Centro Italia e di tutte le altre zone tartufigene della nostra nazione».
Inchinandosi alla biodiversità dei boschi di collina di cui disponiamo.
«Che vanno protetti e tutelati – afferma Botto – Noi facciamo la nostra parte, mettendoci a disposizione di tutti i proprietari di boschi in cui siano presenti piante tartufigene per chiedere gli indennizzi alla Regione. C’è tempo fino a fine gennaio e l’indennizzo va a tutti coloro che rinunceranno ad abbattere quelle piante, mantenendo un patrimonio inestimabile. Troppo spesso vengono abbattuti indiscriminatamente dei boschi che, al loro interno, vantano delle straordinarie piante tartufigene».

Sandrino, commerciante: “Prezzi stellari che non scendono per tutta la stagione”

Chi meglio di Sandrino Romanelli può parlare di “polso” della situazione del mercato dei tartufi?
Cercatore e noto commerciante astigiano, titolare anche di ristorante in cui in questa stagione si possono gustare i piatti con le preziose “grattatine”, racconta come questa sia stata una stagione insolita.
«Normalmente da metà novembre i prezzi dei tartufi tendono a scendere perchè chi ha voluto togliersi lo sfizio di acquistarli lo ha già fatto e con le fiere al termine del loro circuito anche l’attenzione del grande pubblico scende. Quest’anno invece no. I tartufi continuano a tenere il prezzo». E che prezzo.
«Al cliente finale i tartufi arrivano a 350-400 euro all’etto quelli meno belli. Di lì a salire, con punte importanti di passaggi a 500 euro l’etto fra commercianti. Immaginate a che prezzo arrivano ai destinatari».
Il motivo è lo stesso già anticipato da Piero Botto, che rappresenta i trifulau.
«Sulla “piazza Italia”, quest’anno i tartufi sono venuti quasi esclusivamente solo nella nostra zona. Il Centro Italia, a causa della siccità persistente, ha raccolto pochissimo, l’Albese da anni non ha più grandi produzioni e dunque tutti vengono a bussare alle porte del Monferrato dove invece la stagione è stata decisamente favorevole. Anche a me si rivolgono commercianti da tutta Italia per spedire in tutto il mondo. Ho dovuto dire molti no, anche perchè le quantità cercate sono davvero notevoli».
Ma c’è un altro motivo che lo spinge a dire di no.
«Prima di essere un commerciante, sono un cercatore e un appassionato di tartufi – dice Sandrino – A rigor di logica alcune richieste andrebbero soddisfatte richiedendo un prezzo esorbitante, passando per un ladro. Così preferisco dire di no oppure, pur di tenere i clienti buoni, a passare i soldi fra loro e i cercatori».
Resta il fatto che, pur a fronte di una grande stagione, anche in Monferrato di tartufi ce ne sono sempre meno.
«E’ un ciclo della terra. Se pensiamo che qui una volta c’era il mare invece dei tartufi, non possiamo non pensare che un giorno spariranno anche loro per far posto ad altro» conclude Romanelli.

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