Sono circa 600 le prestazioni erogate in undici mesi dall’ambulatorio “Fratelli tutti”, dedicato alle persone indigenti che hanno difficoltà ad accedere alle cure sanitarie.
Inaugurato un anno fa e attivo dall’inizio di gennaio nella sede di via Giobert, è un progetto promosso dalla Diocesi grazie all’apporto di numerosi volontari e alla collaborazione di enti, ordini professionali e associazioni.
A tracciare il bilancio del primo anno di vita dal taglio del nastro, tra attività svolta e progetti futuri, il vescovo Marco Prastaro affiancato da Tiziana Stobbione, responsabile della Pastorale della salute che ha curato il progetto fin dall’inizio, la direttrice sanitaria Annapaola Fea e la vice Donatella Ciaceri.
«Come indica il nome – ha commentato il vescovo – questo presidio di cura è nato con una missione chiara: accogliere, includere e offrire sostegno ai più deboli. E’ un’opera “segno” che vorremmo fosse di tutti, non soltanto legata alla Curia. Si basa sull’impegno gratuito di tante persone che condividono competenze e fatica per il bene dei bisognosi che, per condizioni di estrema indigenza e fragilità, fanno fatica perfino ad accedere al servizio pubblico nazionale».
Ad entrare nel merito dell’attività svolta Tiziana Stobbione. «In undici mesi – ha affermato – sono state erogate circa 600 prestazioni su prenotazione tramite i centri di ascolto Caritas, ma aperto anche a coloro che si presentano in autonomia, accolti due giorni a settimana per informazioni o indicazioni a carattere sanitario».
I pazienti accolti
Ad accedere a “Fratelli Tutti” sono stati per la maggior parte pazienti di nazionalità italiana (55,6%), in particolare donne. Per quanto riguarda gli stranieri, provenivano principalmente da Albania (7%), Marocco (7%) e Ucraina (4,3%). In ogni caso sono giunti in grande maggioranza su segnalazione dei centri di ascolto Caritas.
L’età media è intorno ai 45 anni, ma sono in carico anche 13 minorenni.
«Dalla scorsa estate – ha aggiunto Stobbione – abbiamo accolto, grazie alla convenzione con il settore Politiche sociali del Comune, anche persone senza fissa dimora che si appoggiano alla mensa sociale e al dormitorio maschile (circa il 7% degli utenti)».
Le prestazioni richieste
Le prestazioni richieste hanno spaziato dalla medicina generale alla cardiologia, dalla psichiatria all‘ortopedia, con una maggioranza netta di prestazioni oculistiche e dentistiche.
Le prestazioni oculistiche effettuate sono state circa 90 (dal controllo della vista alla prescrizione di lenti).
Le consulenze odontoiatriche hanno superato quota 160: dalle visite alla promozione della corretta igiene orale, dalle otturazioni alle estrazioni chirurgiche, dalle terapie canalari alle protesi (parziali o totali). A questo proposito va ricordato che, grazie alla costante collaborazione con Beppe Amico, direttore della Caritas astigiana, è stato stilato un progetto con la Caritas nazionale che ha consentito di autorizzare il pagamento di 15 protesi dentarie.
Una testimonianza del lavoro svolto è arrivata da Marcella Pavese, presidente provinciale dell’Ordine degli odontoiatri. «A dare l’adesione, molto impegnativa per chi gestisce studi privati – ha sottolineato – siamo stato in quattro, nell’ottica della promozione delle cure che fa parte dei compiti del nostro ordine. In questi mesi, accompagnate da volontari Caritas, sono arrivati persone edentule o bambini che presentavano già uno stato di degrado dal cavo orale. Oltre ad intervenire con estrazioni, otturazioni, inserimento di protesi parziali o totali, abbiamo cercato di diffondere la conoscenza delle regole di igiene quotidiana e degli stili di vita corretti, anche se è molto difficile. Personalmente mi è capitato di curare un uomo trapiantato di rene che viveva in auto con la moglie, per il quale le regole di corretta igiene dei denti non erano di certo la priorità. Comunque siamo soddisfatti di aver potuto aiutare a tornare a sorridere e masticare diverse persone».
La presidente ha poi parlato di un sogno per il futuro. «Ci piacerebbe – ha confidato – poter dotare l’ambulatorio di una sala attrezzata per le cure dentistiche, grazie a donazioni di colleghi che vanno in pensione e chiudono la studio, in modo che l’attività risulti più snella».
Chi può accedere
La segreteria dell’ambulatorio “Fratelli tutti”, in via Giobert 56, è attiva (in presenza o tramite reperibilità telefonica) dal lunedì al venerdì (festività escluse) dalle 9 alle 11 e dalle 15.30 alle 17.30, anche se non ci sono visite programmate.
Il martedì e il mercoledì, dalle 9 alle 11, sono sempre presenti in ambulatorio il personale di segreteria, l’infermiere e il medico di medicina generale, così da accogliere sia gli utenti provenienti dai Centri di ascolto regolarmente prenotati sia le persone che si presentano senza prenotazione, cui vengono fornite informazioni e indicazioni di carattere sanitario.
Per accedere all’ambulatorio è necessario fare riferimento ai Centri di ascolto Caritas e ai Servizi sociali del Comune di Asti (da gennaio anche tramite patronati e Caf, con i quali si stanno stilando apposite convenzioni). Il loro compito è verificare l’Isee delle persone che richiedono il servizio. Il documento deve essere uguale o inferiore a 9mila euro per visite, erogazione di farmaci, occhiali e valutazioni dell’apparato dentario. A questo proposito, però, c’è una novità: da questo mese chi ha un Isee uguale o inferiore a 12mila euro può accedere a visite specialistiche.
L’ambulatorio coinvolge medici, infermieri, farmacisti, operatori socio-sanitari e amministrativi, tutti volontari, «seguendo regole e direttive – come ha spiegato la vice direttrice sanitaria, Donatella Ciaceri – in base alla convenzione con l’Asl».
«Si tratta a tutti gli effetti di un poliambulatorio – ha aggiunto – grazie alla presenza di medici di varie specialità».
La direttrice sanitaria Annapaola Fea ha ringraziato sentitamente tutti i benefattori che nel corso del primo anno hanno effettuato donazioni – sotto forma di offerte o materiale – all’ambulatorio. «Sono tutte molto preziose – ha affermato – ma mi preme sottolineare l’importante aiuto da parte dell’Associazione Astigiani. Si tratta di un ecografo multifunzionale Esaote e tre sonde specifiche: è la donazione più costosa in senso assoluto, supera i 25mila euro e permette, dallo scorso ottobre, di effettuare indagini ecografiche addominali, cardiologiche e ecodoppler degli arti superiori e inferiori».
Nuovi progetti
Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche alcuni progetti – alcuni attivati da poco, altri relativi al 2025 – e sono state stipulate due nuove convenzioni.
«Da poco – ha spiegato Tiziana Stobbione – è stato attivato l’ambulatorio “I martedì del cuore”, un’attività di promozione della salute e di prevenzione delle patologie cardiache. Un’équipe fissa, composta da un medico, da un’infermiera esperta di cardiologia e da una farmacista autorizzata e formata, è disponibile per effettuare la rilevazione di vari parametri. Si prevede anche l’effettuazione di elettrocardiogrammi da inviare allo specialista cardiologo per la refertazione formale. Inoltre, dal prossimo gennaio, sarà possibile effettuare ecografie addominali, ecocardio ed ecodoppler».
Stobbione ha poi accennato ad una ulteriore iniziativa. «È in fase di definizione – ha informato – uno specifico progetto con la Fondazione Cassa di Risparmio di Asti per supportare i costi relativi alle cure dentarie e attuare un’attività di ortodonzia per i bambini indigenti. Parliamo di un progetto il cui valore totale ammonta a 30mila euro».
Le convenzioni
Sono quindi state firmate due convenzioni, presentate dal volontario dell’area amministrativa dell’ambulatorio, Pasquale Volontà. Protagonisti il Lions Club Storici, Artisti e Presepisti d’Asti e l’associazione Vao, che riunisce i volontari dell’accoglienza ospedaliera.
«Per quanto ci riguarda – ha spiegato la presidente Vao, Patrizia Gambino – ci occuperemo dell’accompagnamento e della facilitazione nella gestione della pratiche sanitarie per quei pazienti dell’ambulatorio che verranno inviati in ospedale».
Il ruolo del club di servizio, presieduto da Mauro Imbrenda e rappresentato all’incontro da Loredana Neretti, affiancata da altri componenti, consisterà invece nell’attuare anche con l’ ambulatorio un progetto attivo da alcuni anni. «Consente – ha spiegato Loredana Neretti – di confezionare occhiali a partire da montature usate per persone in difficoltà economica».
«Un’iniziativa molto utile – ha aggiunto Pasquale Volontà – in quanto molte volte, a seguito della visita, l’oculista prescrive gli occhiali, ma poi il tutto si blocca perché il paziente non può permettersi di acquistarli».