Dalla Federazione della Sinistra a Forza Italia, passando per il Movimento 5 Stelle, Uniti per Asti e Lista Civica, lindignazione per quanto avvenuto in Consiglio è unanime. Reduci dallAventino
Dalla Federazione della Sinistra a Forza Italia, passando per il Movimento 5 Stelle, Uniti per Asti e Lista Civica, lindignazione per quanto avvenuto in Consiglio è unanime. Reduci dallAventino perché contrari ai metodi utilizzati dallamministrazione, i consiglieri di minoranza incontrano i giornalisti giovedì mattina. «La proposta 13 discussa in Consiglio è stata presentata incompleta con i puntini di sospensione al posto di una delibera di Giunta, approvata unora prima del Consiglio e non data ai consiglieri e ai revisori dei conti – commenta Bosia (Uniti per Asti) – I revisori dichiarano limpossibilità ad esprimere un parere poiché troppe affermazioni della delibera non sono supportate da motivazioni valide, approfondimenti in grado di dimostrare il vantaggio per la città dato da questo progetto di teleriscaldamento. Solo martedì, a discussione avvenuta, viene trasmessa la delibera di Giunta 141 che approva la bozza di convenzione, la cui efficacia è sospesa fino alla vendita delle quote della nuova società, oltre ad approvare il cronoprogramma in contrasto con quanto approvato in unaltra delibera e in contrasto con la realtà delle cose».
Lopposizione solleva dubbi sulle tempistiche perché, se entro il 30 novembre non sarà accertata la sostenibilità del progetto, la convenzione non sarà più valida. «Se devono ancora istituire la società e cercare il quarto socio, come pensano di stare dentro ai tempi? E lestensione dei contratti allAsp fino al 2028, motivata dal teleriscaldamento, sarà comunque valida?» «Non cera motivo di portare quella pratica in Consiglio – aggiunge Lattanzio (Lista Civica) – Se leggiamo bene, cè scritto che il Consiglio deve prendere atto che tra la futura rete di teleriscaldamento e lattuale rete del gas non vi è una sostanziale interferenza. Perché il Consiglio deve fare ciò? Forse si vuole tenere le spalle coperte se venisse fuori che affidare il teleriscaldamento allAsp, senza una gara pubblica, potrebbe non essere la procedura corretta?»
Per Imerito (Lista Civica) la pratica «è un pasticciaccio; i revisori hanno scritto che non è palese la ragione dellassetto societario finale in cui il Comune viene ad avere una quota pari al 5,5% lontana, dicono, dal mantenere in campo al Comune, quale socio di Asp, unadeguata presenza nel servizio pubblico teleriscaldamento senza accollare oneri finanziari specifici». Scognamiglio (Federazione della Sinistra) liquida la questione come «unoperazione affaristica che lega la cittadinanza mani e piedi per 30 anni. Perché costruire la centrale allospedale? Forse perché spende 3.800.000 euro per raffreddare e riscaldare ledificio e quindi è un business averlo come cliente?». Zangirolami e Giargia (M5S) annunciano linizio di unopposizione «dura e pura su tutto». «Questa delibera è un assegno in bianco che diamo ai privati ma, se ci saranno gli estremi, presenteremo ricorso al TAR e proporremo un referendum cittadino. Poi, visti i numeri in aula, è evidente che la maggioranza scricchiola sebbene i consiglieri continuino a dire sì a tutto».
Vespa (Lista Civica) spiega di essere uscito dallaula «perché dietro alla delibera non cè un piano industriale o finanziario; come faccio a votare una pratica di cui non so assolutamente nulla? E una vergogna!». Quaglia (Forza Italia) definisce la vicenda «la Brignolata più bella del mandato perché il sindaco non solo ha messo la minoranza nelle condizioni di non poter partecipare, ma si è comportato male anche nei confronti della sua stessa maggioranza. Sono stanca dellannuncite di Brignolo e di tutti i proclami che fa circa gli 80 milioni di euro di investimenti e dei posti di lavoro che porterà il teleriscaldamento. Cè un limite alle barzellette». Dello stesso parere il collega Imerito (Forza Italia) che dà laffondo finale: «Brignolo è il peggior sindaco degli ultimi 20 anni e anche i cittadini la pensano così. Dubito che riesca ad arrivare a fine mandato».
r.s.