La Cassa di Risparmio di Asti ha le radici solide. A dirlo sono i numeri che nel 2014 hanno chiuso con un importante segno più. La solidità non è una dimensione che piove dallalto
La Cassa di Risparmio di Asti ha le radici solide. A dirlo sono i numeri che nel 2014 hanno chiuso con un importante segno più. La solidità non è una dimensione che piove dallalto improvvisamente, ma è un cammino che viene da lontano e che si costruisce poco alla volta, mattone dopo mattone, con grande lavoro e grande serietà. A parlarne con grande passione sono il presidente Aldo Pia e il direttore generale Carlo Demartini allindomani della decisione di aumentare il capitale di 200 milioni di euro. Una cifra considerevole, poco meno di quanto è stato speso per acquistare la Biverbanca. Come mai una decisione del genere? La banca gode ottima salute – ha detto il presidente – e queste operazioni bisogna farle quando le cose vanno bene, noi nei momenti di difficoltà. Abbiamo acquistato Biverbanca e ora siamo molto contenti di averlo fatto. Siamo la prima banca in Piemonte dopo i due grandi gruppi e questo ci riempie di orgoglio.
Lo scorso anno il Gruppo Cassa di Risparmio di Asti ha favorito un importante ricambio del personale, consentendo a quanti ne avevano il diritto e la volontà, di andare in pensione e, come dice Aldo Pia, per fare questo abbiamo accantonato i soldi necessari. Poi sono stati assunti 117 giovani, una ventata daria fresca che non può che far bene al gruppo guidato dallIstituto di credito astigiano. Ma a giudicare bene il gruppo bancario non sono solo i vertici aziendali: a fine 2014 si sono svolte delle verifiche da parte delle competenti autorità che hanno avuto esito positivo. Le nostre banche sono ben capitalizzate e godono di ottima salute – affermano Pia e Demartini – Ci sono spazi di miglioramento come in tutte le cose, ci mancherebbe. Ma siamo una realtà solida ed efficiente. In effetti se in futuro le banche vorranno continuare ad erogare credito, dovranno essere ben capitalizzate. Ecco perché intendiamo aumentare ulteriormente il capitale: per non farci cogliere impreparati di fronte alle scommesse del futuro. Sarà nostra premura amministrare bene questi soldi tutelando i risparmiatori, sostenendo leconomia del territorio e soddisfacendo le giuste aspettative dei soci.
Laumento di capitale non va a coprire situazioni negative né a supportare una politica espansiva aggressiva – ha rassicurato il direttore della banca Carlo Demartini – E necessario per garantirci una buona competitività per il futuro. Per crescere ulteriormente. Se non ti attrezzi per andare avanti, prima o poi ti trovi fermo e cominci a retrocedere. Dobbiamo creare le condizioni per giocarci la partita del futuro e laumento di capitale è uno degli strumenti necessari. Poi questa partita dovremo giocarcela concretamente e cercheremo di farlo al meglio. Il rafforzamento di capitale è quindi una precondizione per continuare a garantire una buona salute al nostro gruppo. "Allorizzonte pertanto non ci sono ulteriori acquisizioni, ma solo la volontà di investire nei nuovi mercati per completare lofferta. Del resto il rapporto tra la banca e il suo territorio è sempre stato ottimo, di grande fiducia, una fiducia che deve essere conquistata tutti i giorni con il lavoro, limpegno e la serietà" ribadisce Demartini.
Abbiamo convenzioni con associazioni di categoria – ha detto il presidente Aldo Pia – per aiutare chi opera in questarea. Una cosa però voglio dirla: dei nostri clienti non abbiamo mai abbandonato nessuno, ma abbiamo sempre cercato di stare al fianco di tutti aiutandoli superare i momenti di difficoltà. Laumento di capitale è stato deliberato dal Consiglio di Amministrazione. Ora gli azionisti decideranno se aderire o meno alla proposta. Poi si attenderà lautorizzazione della Banca dItalia al rafforzamento patrimoniale. Ottenuto questo risultato lassemblea dei Soci potrà deliberare laumento e avuto lautorizzazione Consob sulla congruità dei valori potrà iniziare il collocamento. Presumiamo che il collocamento sul mercato dellaumento possa avvenire verso giugno o luglio – ha detto il presidente – Da quel momento attenderemo la risposta degli astigiani, che è sempre stata buona.
Flavio Duretto