Non soltanto autobiografico, ma anche un viaggio attraverso la recente storia del nostro Paese, anni vissuti e intrisi di temi che toccano la storia italiana, in cui è difficile non immedesimarsi. L'autore ha dialogato con il giornalista Marco Neirotti in un appuntamento organizzato dal Polo Cittattiva per l'Astigiano e l'Albese
E' stato molto partecipato, nei giorni scorsi, l'incontro astigiano, nel castello di Cisterna, con il magistrato Gian Carlo Caselli che ha accolto l'invito del Polo Cittattiva per l'Astigiano e l'Albese e del Museo Arti e Mestieri di un tempo, di Cisterna, per presentare il suo nuovo libro.
Emozione e attenzione per le parole che dipingono la sua vita come su una tela, fatta di tenacia, coraggio, sacrificio, preoccupazioni e senso di giustizia. Senza se e ma. Ad introdurre il giornalista Marco Neirotti, che già in passato ha dialogato con il magistrato, approfondendo anche il periodo della vita "blindata" a Palermo.
"Nientaltro che la verità" (PIEMME Editore), il nuovo libro di Gian Carlo Caselli con Mario Lancisi: un sollievo come lo definisce Neirotti, perché ogni pagina dei suoi libri conferma che "è così che dobbiamo vivere". Non soltanto unautobiografia, ma il ripercorrere tappe della vita italiana, anni vissuti e intrisi di temi che toccano la storia italiana, in cui è difficile non immedesimarsi. Due i cardini che hanno alimentato la vita professionale di Caselli: la necessità di capire per contrastare e la necessità di avere la legalità dentro di noi. 27 dicembre 1967- 28 dicembre 2013: cinquantanni in magistratura, principalmente come giudice istruttore a Torino sullantiterrorismo delle Brigate rosse e Prima Linea, e quasi sette anni a Palermo come procuratore capo, durante le stragi di Capaci e Via dAmelio dove persero la vita Falcone e Borsellino (e non furono i soli).
Conoscere per avere gli strumenti per combattere il terrorismo e la mafia: specializzazione e centralizzazione. La legalità dentro di noi, un messaggio per i giovani: più ce nè e meglio viviamo. E poi un tema caro al magistrato, "la giustizia che vorrei", quella che si occupa dillegalità economica (evasione fiscale, corruzione e lillegalità mafiosa). "Nientaltro che la verità", un cammino di vita: la famiglia dorigine, i sacrifici dei genitori per farlo studiare, il forte senso di giustizia respirato già da bambino, lesperienza dai Salesiani, la moglie Laura, madre dei loro due figli e figura fondamentale nel suo percorso umano e professionale, lincontro con Don Ciotti, le stagioni del terrorismo, della battaglia alla mafia, la sua vita sotto scorta (iniziata nel 1974). Il periodo palermitano di Caselli, con la famiglia a Torino, momenti di solitudine, di timori e preoccupazioni.
E ancora le tante inchieste, la legge "contra personam" del 2004-2005 che lha espropriato del diritto di concorrere alla carica di procuratore nazionale antimafia, lesperienza "Pro-Eurojust", gli anni torinesi (2002-2013) e qualche nota colorata tra le pagine come la sua accesa passione per il Toro e lo sci di fondo.
Roberta Arias