Cerca
Close this search box.
armi praia
Altro
Tribunale di Asti

Asti, condannati per la “faida” tra i gruppi rivali a Praia

A tempi di record arriva la fine del processo in primo grado dopo gli arresti a luglio. Fra le imputazioni tentati omicidi, detenzione e smercio di armi illegali, droga.

A soli cinque mesi dagli arresti è arrivata ieri la sentenza in primo grado che ha riguardato un folto gruppo di persone accusate, per varie posizioni, di appartenere ad uno dei “gruppi rivali” che operano nel quartiere di Praia e sono interessati a dominare i traffici illeciti.

Tutto è partito da una doppia indagine parallela condotta dal procuratore aggiunto Laura Deodato e affidata ai carabinieri di Asti che hanno messo “in rete” numerosi episodi singoli ricollegabili tutti ad un conflitto tra due gruppi che molto preoccupa sia le forze dell’ordine, sia i residenti del quartiere ma, più in generale, l’intera città.

Sulla base di una poderosa attività di intercettazioni di vario tipo, sono stati ricostruiti collegamenti e, soprattutto, sono stati individuati i “depositi” di armi e droga disseminati in tutto il quartiere.

Ieri, davanti al gup Sparacino, è terminato il processo in rito abbreviato nei confronti di uno dei due gruppi, quello che faceva capo a Sonny Gjoka, già pregiudicato e figlio di Florian “Fiore” Gjoka, altro personaggio di spicco delle pagine di cronaca locali.

Sonny è finito sotto processo per uno degli episodi che ha maggiormente scosso il quartiere e riguarda un’aggressione avvenuta nel settembre del 2022 in via Monti, nel cuore di Praia. Lì Gjoka è arrivato in motorino, ha intercettato Gaetano Schillaci, è sceso e gli ha sferrato un pugno violentissimo alla nuca. Schillaci è caduto a terra e si è temuto per la sua vita a causa delle fratture al cranio e di una emorragia interna. Tanto per tratteggiare la personalità di Gjoka, dopo aver atterrato Schillaci, è rimasto sul posto a vedere la preoccupazione e la disperazione di chi è intervenuto chiedendo anche ad uno dei presenti di andare a controllare se fosse morto.

Il movente affondava in una questione di onore perchè Schillaci era considerato un sodale del gruppo rivale, quello che faceva capo ad Emanuele Lo Porto e Gjoka era convinto che fosse presente al tentato omicidio di suo padre Fiore, avvenuto qualche tempo prima. L’altra indagine, che riguarda il gruppo Lo Porto, è già anch’essa approdata, sempre in rito abbreviato, davanti al gup.

E, sempre in tema di alta pericolosità, nell’indagine è finito anche un altro episodio, avvenuto due mesi prima dell’aggressione a Schillaci, quando qualcuno aveva sparato diversi colpi di pistola alla finestra di un appartamento, sempre in Praia, in cui viveva una coppia. Spari ad altezza uomo che, se fossero andati a segno, avrebbero provocato altre vittime.

A processo anche tutto l’altro “mondo” criminale del gruppo, quello che riguarda detenzione illegale e vendita di armi (per la maggior parte provento di furto in abitazioni) e droga. Tanto le armi che la droga, erano nascoste in vari seminterrati e garage di Praia e dell’altro quartiere popolare non distante, meglio conosciuto come i “tetti blu” di via Madre Teresa di Calcutta. Le intercettazioni hanno potuto accertare che il gruppo aveva molto spesso le armi al seguito e che le provava nei giardini condominiali sparando contro gli alberi. E questo non faceva altro che accrescere la pericolosità del gruppo criminale.

Sonny Gjoka, è stato condannato ad una pena complessiva di 12 anni e 4 mesi per l’aggressione a Schillaci (derubricata da tentato omicidio a lesioni gravissime) e la detenzione di armi e munizioni; assolto per i capi di imputazione legati allo spaccio di droga.

Gli altri imputati Vincenzo Girolamo Agusta conosciuto come “Enzino”, Benedetto Azzarelli detto “Benny”, Nicola Coppola “Nicolino”, Antonio e Massimo Milioto sono stati condannati, sempre in abbreviato, per i reati legati alle armi e alla droga con pene comminate dal gup che variano dai 4 anni e 8 mesi di Coppola ai 7 anni e 10 mesi per Azzarelli. Per un solo episodio di detenzione di munizioni è arrivata anche l’ultima condanna a 2 mesi di arresto, quella che ha colpito Palmiro Giovinazzo.

Le condanne sono arrivate al termine di un processo molto combattuto fra la pubblica accusa sostenuta dal pm Deodato e il gruppo di difensori che hanno lavorato per far cadere alcune delle tante e gravi imputazioni: Alberto Avidano, Cristina Coda, Claudia Malabaila, Maurizio La Matina, Davide Gatti, Andrea Furlanetto

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale