Si sta rivelando un’occasione per promuovere la rete museale astigiana la mostra sull’artista olandese Escher, aperta dal 16 novembre a Palazzo Mazzetti, dove sarà visitabile fino all’11 maggio.
Infatti, nel periodo compreso tra l’apertura e il 2 gennaio, ha registrato 14.881 visitatori. In linea, quindi, con i risultati dell’avvio dell’esposizione “Monet e gli impressionisti in Normandia”, che nel 2019 aveva segnato il record di 35.360 presenze nel primo periodo di apertura, in quel caso dal 13 settembre al 31 dicembre. E rivelando un significativo aumento rispetto alle ultime esposizioni autunnali che, invece, non avevano brillato per numero di visitatori nel primo periodo.
A fornire i dati il neo presidente della Fondazione Asti Musei, Francesco Antonio Lepore, nel quadro di un ragionamento più ampio che approfondisce i dati relativi ai primi dieci mesi del 2024 del sistema museale piemontese. Diramati nei giorni scorsi dalla Regione Piemonte, seguono la Relazione annuale dell’Osservatorio culturale del Piemonte 2024/2024 pubblicata ad ottobre. Dati che hanno visto Palazzo Mazzetti registrare 21.600 visitatori tra gennaio e ottobre 2024.
Presidente, i numeri della mostra su Escher per ora sono confortanti…
Sì, in quanto piace a persone di ogni età: ai nonni e ai nipoti, agli adulti e ai ragazzi, molti dei quali si stanno recando a Palazzo Mazzetti individualmente, precedendo la visita che faranno con la scuola. Come riportato sui quaderni delle visite a Palazzo Mazzetti, ci sono anche persone tornate una seconda volta.
Come sono andate le vacanze natalizie?
Molto bene, nonostante avessimo notato, da quando la Fondazione Asti Musei ha introdotto le grandi mostre nel periodo autunno/inverno, che sono giorni solitamente non esaltanti, come successo anche in occasione delle mostre di Chagall o Monet.
Nel 2024, invece, Palazzo Mazzetti nelle festività natalizie ha registrato punte di mille visitatori al giorno (oltre mille il 29 dicembre, 957 il 28 dicembre), record che le mostre su Monet e Chagall avevano toccato solo tra gennaio e febbraio. Un altro dato positivo è quello del bookshop, che abbiamo spostato all’interno del percorso espositivo: in questo primo periodo abbiamo venduto già 600 cataloghi e numerosi gadget.
L’interesse per le opere di Escher
Quali, secondo lei, i motivi principali di questo interesse?
Escher è un artista sempre attuale che ha saputo coniugare il rigore scientifico con la fantasia, la surrealtà con l’immaginazione. Incuriosisce e diverte i bambini, conquista gli adulti con le sue xilografie e litografie che vengono percepite in modo diverso prima dagli occhi e poi dalla mente. Insomma, tutte le generazioni possono trovare un riferimento, anche grazie ai richiami fatti all’artista e alle sue opere dal mondo del cinema.
Inoltre anche l’allestimento è molto apprezzato. E tutto ciò si nota dai social: molti visitatori postano le immagini scattate negli appositi spazi in mostra.
Insomma, sono molto soddisfatto. Prevedevamo un successo, ma si trattava pur sempre di una scommessa, perché fino all’ultimo non si sa quale sarà la reazione del pubblico.
I “numeri” di questa mostra rimandano al successo delle prime due esposizioni promosse dalla Fondazione Asti Musei – “Chagall. Colore e magia” nel 2018/2019 e “Monet e gli impressionisti in Normandia” nel 2019/2020 – e superano nettamente i dati delle ultime tre esposizioni…
Sì. Emerge dallo storico dei dati relativi al primo periodo di apertura delle grandi mostre. L’esposizione su Chagall ha attirato, tra il 27 settembre e il 31 dicembre, 31.265 visitatori; “Monet e gli impressionisti in Normandia” (13 settembre – 31 dicembre) 35.360 visitatori; “I Macchiaioli – L’avventura dell’arte moderna” (19 novembre – 31 dicembre) 4.932 visitatori; “Giovanni Boldini e il mito della Belle Époque” (26 novembre – 31 dicembre) 5.270 visitatori; “La canestra di Caravaggio. Segreti ed enigmi della natura morta” (25 novembre – 31 dicembre) 4.684 visitatori; “Escher” (16 novembre – 2 gennaio) appunto 14.881 visitatori.
La mostra con due opere di Caravaggio
Come spiega il fatto che la mostra con le due opere di Caravaggio, la seconda delle quali introdotta durante il periodo espositivo, non ha avuto il successo immaginato?
Non saprei. Devo ammettere che spiace, in quanto dava la possibilità di ammirare ad Asti due capolavori di Caravaggio ospitati solitamente in importanti musei. Altrove, penso al Sud Italia, mostre di questo tipo hanno avuto successo.
Gli ultimi dati diramati dall’Osservatorio culturale del Piemonte parlano di 21.600 visitatori a Palazzo Mazzetti nei primi dieci mesi del 2024…
Sì, ma, nella logica della rete, è un numero cui vanno aggiunti i dati relativi ai siti che compongono la Fondazione Asti Musei: Palazzo Alfieri, Museo Guglielminetti, Museo Lapidario e Cripta di Sant’Anastasio, Domus romana, Torre Troyana (aperta dal primo aprile al 31 ottobre) e battistero di San Pietro (attualmente chiuso per ristrutturazione). In totale da gennaio a settembre abbiamo registrato 31.497 visitatori in tutti i siti, cifra cui vanno aggiunti i 20.497 visitatori da ottobre a dicembre 2024, relativi a tutti i siti e alla mostra su Escher. Considerando che solo la mostra ha raggiunto 14.881 persone, emerge che oltre un terzo di chi entra a Palazzo Mazzetti per ammirare le opere di Escher visita anche gli altri musei, acquistando il biglietto singolo o lo Smarticket che consente l’ingresso a tutti i siti della rete. Complessivamente, quindi, abbiamo registrato 51.994 presenze nei musei della Fondazione nel 2024.
I progetti
A proposito di rete, quali sono i progetti del consiglio di amministrazione della Fondazione Asti Musei per l’anno appena cominciato?
Non abbiamo ancora un programma definito. Stiamo studiando quale sarà la prossima grande mostra, che potrebbe esere anticipata tra settembre e ottobre, e quale l’esposizione maggiormente legata al territorio che caratterizzerà l’estate. In questo senso la mostra dedicata a Carosso dell’anno scorso rappresenta un modello: è espressione del territorio, ma con una dimensione che ne travalica ampiamente i confini. A questo scopo ascolteremo le proposte di Fondazione Cassa di Risparmio di Asti e Comune, che sono i soci della Fondazione Asti Musei.
Al contempo ci dedicheremo ad interventi di manutenzione e modernizzazione dei palazzi antichi sede dei musei, in modo da renderli sempre più funzionali, accoglienti e competivi e favorire le collaborazioni con importanti realtà, come successo quando Palazzo Mazzetti ha ospitato le due opere di Caravaggio.
FONDAZIONE ASTI MUSEI, IL RECORD DEL 2019
In base ai dati forniti dalla Fondazione Asti Musei, le presenze nel 2024 nei sette siti della rete che gestisce (tenendo presente che il Battistero di San Pietro è chiuso per ristrutturazione dall’ottobre 2021) sono state 51.994 nel 2024, con la mostra su Escher che ha fatto da traino con 14.881 ingressi dal 16 novembre 2024 al 2 gennaio 2025.
Confrontando il risultato con i dati contenuti nell’ultima relazione annuale dell’Osservatorio culturale del Piemonte, che va a ritroso fino al 2019, emerge che il dato è in diminuzione rispetto al 2023 (55.828 visitatori) e, ovviamente, più alto degli anni dominati dalle restrizioni dovute al Covid. Sono state registrate, infatti, 48.863 presenze nel 2022, 15.425 nel 2021, 32.069 nel 2020. Resta il picco del 2019, quando, grazie alle mostre “Chagall. Colore e magia” e “Monet e gli impressionisti in Normandia”, che hanno visto rispettivamente il termine e l’avvio quell’anno, è stato raggiunto il livello record di 86.388 presenze (35,4% in più rispetto al 2023). Un record che la Fondazione Asti Musei considera l’obiettivo cui mirare nuovamente.