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Commissario straordinario

Cinghiali, Asti non ottiene di poterli cacciare nella loro “isola felice”

Filippini a Torino concede solo di riaprire la caccia in biosicurezza nella zona di restrizione 1 ma non in zona Cev dove è totalmente vietato abbattere gli ungulati. Che si stanno riproducendo a macchia d’olio.

Non era la risposta che si aspettavano cacciatori e agricoltori astigiani da Giovanni Filippini, Commissario straordinario per la Peste suina che nei giorni scorsi è stato ricevuto in Regione dal presidente Cirio e dai responsabili di agricoltura, caccia, pesca, sanità e parchi con le associazioni di categoria agricole e associazioni venatorie.

«A seguito della grande azione di monitoraggio e controllo esercitata dal Piemonte – ha aggiunto l’assessore Bongioanni – il commissario Filippini, con cui abbiamo avuto fin dal primo momento piena sintonia, oggi ci dà la possibilità di intervenire autorizzando la caccia al cinghiale nella cosiddetta Zona di restrizione 1, che sta fra la Zona 2 dove si era riscontrata l’infezione e la zona indenne, permettendoci così di creare quella fascia franca in grado di isolare il contagio».

Zone nelle quali, sul territorio astigiano, i cacciatori già avevano la possibilità di depopolare attivando tutte le normative in tema di biosicurezza per contenere il contagio.

L’Atc di Asti, nei giorni scorsi, aveva avanzato un’altra richiesta al Commissario straordinario. Quella di attivare i cacciatori per la ricerca delle carcasse di cinghiali nella cosiddetta zona Cev (istituita dallo stesso Filippini)  in cui invece sono sempre più numerose le segnalazioni di branchi di cinghiali che si stanno riproducendo senza alcun limite (vedi video qua sotto ripreso pochi giorni fa).

Nel caso in cui non fossero stati rinvenuti casi positivi e dunque la zona Cev (che è molto vasta perchè ricopre il 30% della nostra provincia nei 10 km a nord e sud dell’autostrada per Alba e della Torino-Piacenza) fosse risultata indenne da Psa, l’Atc chiedeva di poter riaprire anche il piano di depopolamento e la caccia al cinghiale lì dentro.

Ma Filippini nulla ha deciso per la zona Cev in cui si assiste dunque ad una impennata di presenze di cucciolate visto che le femmine lì si sentono al sicuro (e a ragione, visto che nessun cacciatore può abbattere esemplari di ungulati dagli inizi di ottobre). Essendo però una zona non perimetrata, esiste ormai fortissimo e quasi certo il rischio di dispersione delle cucciolate negli altri territori appena si aprirà la stagione delle semine.

Sono già molte le segnalazioni arrivate anche in redazione da agricoltori e da residenti delle zone di Valmanera e Viatosto che hanno documentato in video le incursioni nei terreni e nei giardini delle villette “arati” dalle zampe ungulate. (vedi photogallery)

 

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