Esiste uno studio di fattibilità commissionato dal Comune, ma è stata la consigliera di minoranza Quaglia a rilanciare l'idea chiedendo al sindaco di impegnarsi affinché il progetto vada in porto. I finanziamenti sarebbero collegati al nuovo PISU, anche se il polo cinematografico potrebbe essere scalzato da un'altra priorità: la costruzione del Palazzo del Vino nella zona museale
Portare ad Asti un centro di produzione cinematografica, più precisamente nel complesso dellEnofila, collaborando con un partner deccezione quale Torino Film Commission. E questo il progetto che sta facendo discutere, non tanto la città (si è venuti a conoscenza del progetto solo nelle ultime settimane pur essendoci, da tempo, uno studio di fattibilità in attesa di valutazione) quanto gli addetti ai lavori e alcuni esponenti politici. Durante lapprovazione del Bilancio 2016 è stato approvato un emendamento, presentato dal consigliere di minoranza Angela Quaglia (Forza Italia), con il quale si chiede allamministrazione di attivarsi per studiare lipotesi di destinare parte dellEnofila a polo cinematografico, gestito in collaborazione con Film Commission.
Lobiettivo è trasformare Asti in una location stabile per produzioni di cinema, televisione, documentari anche collegati al brand del vino su cui si punterà con i finanziamenti del nuovo PISU. La consigliera Quaglia, però, ha bacchettato il sindaco Brignolo in due occasioni per chiedergli una risposta in merito al progetto «che non costerebbe un euro agli enti locali – precisa lazzurra – con la possibilità di attingere a fondi europei e coinvolgere Film Commission Torino Piemonte, di cui Asti diventerebbe il secondo polo piemontese. Non pretendo che il progetto piaccia a tutti: credo, però, che gli astigiani abbiano il diritto di conoscerlo (almeno nei suoi tratti più significativi) e di promuoverlo o di bocciarlo consapevolmente. Credo che un modo per valutare linteresse della città al progetto sia quello di esaminarlo nella conferenza capigruppo del Consiglio comunale, aperta per una volta alla città. Se il progetto piacerà – conclude Quaglia – il sindaco avrà un mandato pieno ad andare avanti nel proporre, alla Regione e a Film Commission, la volontà della città di attrezzarsi a diventare un luogo che, attraverso il cinema e le produzioni per la televisione, si offre come luogo turistico di eccellenza con tutte le ricadute economiche che ciò può comportare. Se, invece, il progetto non incontrerà il favore della città, ne prenderò atto e dovrò tristemente riconoscere che la conservazione e le idee stagionate hanno prevalso».
Brignolo, interpellato in merito, risponde che esiste uno studio di fattibilità, redatto su richiesta del Comune, non solo sul progetto legato a Film Commission, ma anche sullArca della musica, da allestire in un altro palazzo storico. «Certo – spiega il sindaco – lo studio di fattibilità che abbiamo realizzato in collaborazione con Astiss risale ad un periodo nel quale si pensava che la Camera di Commercio continuasse ad utilizzare lEnofila come sede della Douja, cosa che oggi non è più così. In questo caso, però, siamo partiti con molto anticipo rispetto ai tempi del bando regionale triennale 2014-2017, ma solo adesso è giunto il momento di aprire una discussione in merito, come stiamo facendo con una serie di consultazioni attualmente in corso».
Brignolo ricorda che la Regione è già al corrente di entrambi i progetti, sul cinema e sulla musica, ma anche che sarà il vino il brand deccellenza al centro del nuovo PISU. Secondo la consigliera Quaglia proprio il vino si sposerebbe con il cinema, allEnofila, predisponendo un apposito spazio dove poter degustare i marchi deccellenza del territorio e promuoverli anche attraverso Film Commission. Invece, secondo le ipotesi emerse negli ultimi giorni, il Palazzo del Vino, finanziato con i soldi del PISU 2, sarebbe realizzato in uno dei palazzi storici di Asti nel quadrilatero museale: palazzo Ottolenghi in primis, ma non si esclude unattenta valutazione sui locali dellex biblioteca, a ridosso di Casa Alfieri. Lamministrazione, in ogni caso, vuole avere la massima libertà dazione sul futuro dellEnofila e non vincolare alcun progetto che potrebbe escluderne altri. Un bando per la gestione dellEnofila è già stato predisposto, mentre sembra che ci siano stati interessamenti, a titolo embrionale, da parte di privati che vorrebbero adibire parte della struttura a centro congressi.
In ogni caso la tempistica è molto stretta ed entro giugno Asti dovrà scegliere su quale progetto puntare per accedere ai fondi europei e non perdere questo importante treno con il rischio di restare, ancora una volta, ferma al punto di partenza.
Riccardo Santagati