Se c'è un bel modo per ricordare chi ha messo il proprio talento a servizio della storia astigiana, è quello individuato dalla Società di Studi Astesi insieme all'associazione Tempi di
Se c'è un bel modo per ricordare chi ha messo il proprio talento a servizio della storia astigiana, è quello individuato dalla Società di Studi Astesi insieme all'associazione Tempi di Fraternità. Nei giorni scorsi, infatti, hanno annunciato di essere intenzionate a recuperare la fruibilità di una lapide apposta sul campanile primitivo della Cattedrale. Lo stesso campanile, in tempi remoti, subì un crollo quasi totale ma fu ricostruito. Al termine dei lavori, nel 1266, fu murata una lapida alla base della torre campanaria per testimoniare la ricostruzione per merito dell'intervento di un "devotus Ghigo". Questa stessa lapide, posta sotto le due meridiane, attira l'attenzione dei turisti ma da molto tempo è quasi illeggibile. La scritta venne registrata da Giuseppe Stefano Incisa e rappresenta una sorta di "atto" di riconoscimento al "devoto Ghigo" che permise la ricostruzione della torre.
"HOC OPUS EGREGIUM DEVOTUS GHIGO REFECIT / IUNIUS INTRABAT SEXTO QUO TEMPORE CEPIT / UNDECIES SENI CURREBANT MILLE DUCENTI / PRESULE CUNRADO CATHEDRA TUNC ASTE SEDENTI" (Questa opera monumentale l'ha rifatta il devoto Ghigo. Era appena iniziato il mese di giugno quando si incominciò mentre correva l'anno 1266. Allorchè sedeva sulla cattedra di Asti il vescovo Corrado). Per consentire a turisti, astigiani ed appassionati di storia di godere nuovamente di questo importante reperto storico, le due associazioni hanno ottenuto dalla Diocesi, proprietaria del monumento, il permesso ad intervenire; è già arrivato il benestare della Soprintendenza e sarà il Laboratorio Nicola di Aramengo, con le sue straordinarie competenze in fatto di restauro, ad iniziare i lavori entro il prossimo settembre. Il costo del restauro sarà di 5 mila euro di cui 1500 provenienti da un contributo della Regione Piemonte.
Ma bisogna ancora mettere insieme i mancanti 3500 euro che la Società di Studi Astesi e Tempi di Fraternità si sono impegnate a recuperare, soprattutto attraverso un appello alla sensibilità dei loro soci ma anche di amici e cittadini che vogliano contribuire. Bastano somme anche modeste per concretizzare il progetto di restauro della lapide. Come anticipato, l'iniziativa è dedicata agli astigiani che si sono dedicati alla ricerca storica: don Alfredo Bianco (di cui quest'anno ricorrono i 50 anni dalla morte), Lodovico Vergano (a cent'anni dalla sua nascita), Elio Arleri, Renato Bordone, Italo Currado, Aris D'Anelli, Fabrizio Gagliardi, Bruno Vergano. Chi intende aderire alla sottoscrizione potrà farlo in occasione dei prossimi appuntamenti della Società di Studi Astesi o rivolgendosi direttamente a: Emanuele Bruzzone (338-93.20.875), Gian Monaca (0141-21.66.42 ? 346-985.92.92 ), Pippo Sacco ( 0141-59.99.88 ? 338-205.45.75).
d.p.