Migliora la situazione del mercato del lavoro in Piemonte. Contesto in cui la provincia di Asti registra un tasso di disoccupazione pari al 9,5%, inferiore alla media regionale, che però schizza al
Migliora la situazione del mercato del lavoro in Piemonte. Contesto in cui la provincia di Asti registra un tasso di disoccupazione pari al 9,5%, inferiore alla media regionale, che però schizza al 48,8% per quanto riguarda la fascia di età giovanile. E' la fotografia che emerge dai dati Istat relativi al 2015, resi noti nei giorni scorsi. Dati che evidenziano, a livello regionale, un aumento di 26mila occupati e una flessione di 21mila disoccupati, stimati nell'ultimo anno a quota 205.000.
Il tasso di occupazione (ovvero il rapporto tra gli occupati di età compresa tra i 15 e i 64 anni e la popolazione nella stessa fascia di età) sale dell'1,3% rispetto al 2014 e raggiunge quota 63,7%. Mentre il tasso di disoccupazione (ovvero il rapporto tra le persone in cerca di occupazione che rispondono ai criteri di classificazione e le forze di lavoro) scende dall'11,3% del 2014 al 10,2% dell'anno scorso. Guardando agli occupati, il saldo interannuale risulta positivo per tutti e tre i macrosettori, con un tasso di incremento più marcato per l'agricoltura, grazie al lavoro autonomo, ma con spunti significativi anche nel ramo commerciale e turistico (+ 16mila unità) e nell'industria manifatturiera (+ 9mila addetti), mentre ristagna l'occupazione nel settore delle costruzioni e negli altri comparti del terziario.
Sul territorio si osserva un miglioramento diffuso, che risulta però più accentuato, per quanto riguarda gli indicatori di base, nel Verbano – Cusio – Ossola, che quasi si affianca alla provincia di Cuneo nella posizione di eccellenza detenuta a livello nazionale, specie per quanto riguarda i livelli di disoccupazione. Per quanto riguarda l'Astigiano il tasso di occupazione è pari al 63,1% (quindi leggermente inferiore alla media regionale). Prendendo in considerazione solo questo indicatore, la classifica regionale è guidata da Cuneo (67,1%), settima in Italia per numero di occupati, quindi Vco (65,2%), Biella (64,5%), Novara (63,8%), Vercelli (63,3%), appunto Asti (terz'ultima a livello regionale), Alessandria (62,9%), Torino (62,8%). Per quanto riguarda, invece, il tasso di disoccupazione Asti registra un 9,5%.
Anche in questo caso, la nostra provincia è terz'ultima a livello regionale: prima di noi, nella classifica, compaiono Cuneo (5,3%), terza in Italia, Vco (5,8%), Novara (9,1%), Biella (9,3%), appunto Asti, Vercelli (9,6%), Alessandria (11,5%) e Torino (11,9%). Quindi un risultato migliore della media regionale, che però peggiora radicalmente quando si focalizza l'attenzione sulla fascia di età giovanile, ovvero tra i 15 e i 24 anni. In questo caso, infatti, Asti è la peggiore del Piemonte, con un tasso di disoccupazione pari al 48,8% (penultima è Torino con il 44,9%), che la vede anche nella parte bassa della classifica nazionale (la media regionale, in diminuzione di 4 punti percentuali, si attesta al 38,1%). Tanto per rendere l'idea, le due province piemontesi più virtuose da questo punto di vista, Vco e Cuneo, hanno registrato un tasso di disoccupazione giovanile pari rispettivamente al 15,8% e al 17,1%.
«Il quadro che emerge dai dati Istat – commenta l'assessore regionale al Lavoro, Gianna Pentenero – è largamente positivo. La performance del Piemonte è la migliore del Nord Italia, anche se il divario significativo che la contraddistingue dall'inizio delle recessione nei confronti delle altre regioni settentrionali rimane. Siamo ancora lontani dagli standard pre-crisi: mancano all'appello 62mila posti di lavoro, con una caduta che tende a concentrarsi nel ramo industriale, e le persone in cerca di impiego sono più che raddoppiate. Molto resta ancora da fare, ma il mercato si sta muovendo nella giusta direzione».
Dall'assessore anche un plauso ai provvedimenti del Governo in questo ambito. «L'aumento dell'occupazione registrato nel 2015 – sottolinea – dipende in larga parte dagli sgravi fiscali introdotti dal Governo. Questo dovrebbe aiutarci a riflettere sulle scelte future. La decisione del Governo di confermare al 50% le agevolazioni è indubbiamente un elemento positivo, così come le modifiche apportate all'apprendistato, su cui la Regione ha già adottato un testo unico che lo rendono una forma contrattuale appetibile per le imprese».
Elisa Ferrando