Cerca
Close this search box.
Copia di modello db sp
Attualità
Venerdì 31 gennaio

Castelnuovo Don Bosco: firmato da San Giovanni Bosco il primo contratto di apprendistato

Grande Santo ma anche sindacalista “ante litteram”. Tutto da leggere il suo contratto di “apprendizzaggio”.

Fra i panni che San Giovanni Bosco, grandissimo santo sociale nato a Castelnuovo, ha indossato, anche quelli forse meno conosciuti di “sindacalista” ante litteram.

Di questo aspetto si parlerà venerdì 31 gennaio, giorno della festa di San Giovanni Bosco, a partire dalle 18 nella   sala consiliare del Comune di Castelnuovo Don Bosco perché sarà presentata una pubblicazione riferita al famoso “Libretto di apprendizzaggio” in cui sono contenute anche nozioni sulla vita e le opere di Don Bosco.
Interverranno il direttore del Colle don Thathireddy, il parroco di Castelnuovo don Marco Cena e l’associazione When the Saints che ha organizzato l’incontro. A seguire, in collaborazione con il Lions Club, la conferenza “Oltre il cancro…la ricerca che cambia la vita” a cura della dottoressa Silvia Giordano.

Fra i documenti che ci sono arrivati dall’archivio di don Bosco di Valdocco, vi è anche un contratto scritto a mano, per l’assunzione di uno dei suoi ragazzi, Giuseppe Odasso di Mondovì, come apprendista presso il “mastro minusiere” (falegname) Giuseppe Bertolino, di Torino.

Un contratto stipulato nella Casa dell’Oratorio  intitolato a San Francesco di Sales che porta la data dell’8 febbraio 1852.

Importante tenere a mente questa data, perchè è quella che dà la cifra dell’eccezionalità di quel contratto, contestualizzato in un momento storico in cui i diritti dei lavoratori erano ancora molto lontani e  ancor di più quelli dei ragazzi di bottega, considerati meno di manovali e dunque trattati di conseguenza.

Nel contratto redatto da Don Bosco, al “minusiere” viene chiesto l’impegno di insegnare la sua arte al ragazzo e di dargli quegli “opportuni e salutari avvisi che darebbe un buon padre al proprio figlio: correggerlo amorevolmente in caso di qualche suo mancamento sempre però con semplici parole di ammonizione e non mai con atto alcuno di maltrattamento». E poi un’indicazione che potrebbe valere ancora oggi in alcuni contratti di stage per giovani: “Occuparlo continuamente in lavori proprio dell’arte sua e proporzionati alla di lui età e capacità e fisiche sue forze, escluso ogni qualunque altro servizio che fosse estraneo alla professione”.

Giuseppe Odasso doveva aver diritto al riposo in tutti i giorni festivi dell’anno per consentirgli di partecipare alle messe, alla scuola domenicale e agli altri doveri imposti dal suo essere allievo dell’oratorio salesiano.

Don Bosco aveva pensato anche alla “mutua”. «Qualora l’apprendista dovesse per ragioni di amalatti o altro legittimo impedimento assentarsi dal suo dovere per uno spazio di tempo eccedente li giorni quindici, sarà dovuta al Mastro una buonificazione» ovvero il diritto di prolungare il periodo di apprendistato di tanti giorni quanti persi dal giovane.

E non si lavora gratis, neppure se si è un ragazzino che impara il mestiere. «Il Mastro si obbliga a corrispondere settimanalmente all’apprendista l’importanre della sua mercede convenuta in centesimi 30 al giorno per li primi sei mesi e in centesimi 40 per il secondo semestre del primo anno e poi in centesimi 60 fino alla fine dell’apprendimento».

Ma i doveri riguardano anche il giovane apprendista «che si obbliga a prestare il suo servizio con prontezza, assiduità ed attenzione, obbediente al Mastro Minusiere». Don Bosco aveva pensato anche ad una garanzia per l’artigiano: «Per cautela e guarentigia, il padre Vinenzo Odasso si obbliga al ristoro verso il mastro di ogni dnano che per causa dell’apprendista venisse a soffire, sempre che però tale danno potesse all’apprendista giustamente venir imputato, non da semplice accidentalità o imperizia nell’arte».

Grande anche la generosità di animo di Don Bosco quando fa mettere per iscritto che anche qualora Odasso dovesse interrompere ogni rapporto con l’oratorio, se i motivi non si riflettessero sul suo lavoro, rimarrebbe in piedi il periodo di apprendistato con il mastro minusiere.

Quattro paginette scritte a penna in corsivo visionarie all’epoca e ancora oggi del tutto valide.

«Da quest’anno per la prima volta e per gli anni a seguire – ha spiegato l’iniziativa il sindaco Umberto Musso –  festeggeremo Don Bosco ogni 31 gennaio con eventi  e conferenze dedicate a tematiche sociali, educative e culturali sulla scia dei grandi insegnamenti del santo che ha fatto grande e conosciuto il nostro paese in tutto il mondo».

 

 

 

Condividi:

Facebook
Twitter
WhatsApp

Le principali notizie di Asti e provincia direttamente su WhatsApp. Iscriviti al canale gratuito de La Nuova Provincia cliccando sul seguente link

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *


Il periodo di verifica reCAPTCHA è scaduto. Ricaricare la pagina.

Scopri inoltre:

Edizione digitale