In tanti hanno partecipato all'incontro con gli amministratori per discutere del ritrovato problema dell'inquinamento delle falde acquifere di San Fedele. Un'assemblea di quartiere nella
In tanti hanno partecipato all'incontro con gli amministratori per discutere del ritrovato problema dell'inquinamento delle falde acquifere di San Fedele. Un'assemblea di quartiere nella quale sono intervenuti il sindaco Brignolo con gli assessori Bagnadentro e Vercelli, il direttore dell'A.R.P.A. Asti-Alessandria Alberto Maffiotti, il dirigente dell'Asl di Asti Daniela Rivetti e il presidente dell'Asp Giovanna Beccuti con il dirigente Roberto Tamburini. La questione torna all'attenzione di cittadini e autorità in seguito al deposito di cromo esavalente in un "piezometro" di controllo a valle dello stabilimento della ex Way Assauto, alla quale è da imputare la presenza di cromo e di solventi clorurati nel sottosuolo. Una prima opera di bonifica era stata avviata all'inizio degli anni 2000 e aveva portato alla diminuzione sostanziale dei livelli di cromo e all'installazione di una barriera idraulica protettiva che ha permesso di abbassare la quantità di solventi clorurati delle acque di San Fedele e di riaprire molti dei bacini per l'irrigazione di orti e giardini.
Negli ultimi due mesi il pozzo di controllo ha segnalato una nuova presenza di cromo che potrebbe essere causata da un incidente verificatosi a ottobre-novembre 2015, nel quale la barriera idraulica era stata interessata da un sovraccarico di inquinanti che avevano finito per attraversarla, riversandosi nei pozzi del quartiere. L'A.R.P.A. ha predisposto un'attività di monitoraggio con la quale si andranno ad individuare con certezza le cause della presenza di cromo nel pozzo di controllo e dell'innalzamento dei livelli di solventi clorurati nei pozzi del quartiere.
Il sindaco rassicura: «I valori dei solventi nelle acque dei pozzi non hanno subito incrementi sostanziali». Si parla infatti di 60-80-90 microgrammi per metro cubo con una soglia massima consentita di 40 microgrammi per l'acqua non potabile, quantità decisamente inferiori rispetto al limite di tolleranza di 200 microgrammi che vigeva in precedenza e rispetto ai 2000 microgrammi che si registravano nelle acque di San Fedele all'epoca della prima bonifica.
Dietro indicazione dell'A.R.P.A., l'amministrazione comunale dispone il divieto di utilizzo dell'acqua dei pozzi a scopo irriguo, anche nell'obiettivo di evitare possibili contaminazioni dovute agli interventi di bonifica che nei prossimi mesi interesseranno l'area "nuova cromatura" dello stabilimento ex Way Assauto. «Se il problema non dovesse essere risolto per l'estate, garantiremo l'approvvigionamento gratuito dell'acqua necessaria all'irrigazione di orti e giardini» ha dichiarato Brignolo. Così Luigi Sposato, portavoce del comitato di quartiere: «Non siamo soddisfatti di quella che chiamano "bonifica del sito"in quanto in realtà è una pura e semplice messa in sicurezza con la quale si conterranno gli inquinanti che in caso di incidente torneranno a riversarsi nella falda esattamente com'è successo nei mesi scorsi. La vera bonifica consiste, per noi, nell'asportazione del terreno contaminato e nel successivo stoccaggio in discariche speciali. Il sindaco si è comunque impegnato a recarsi nuovamente in quartiere con i tecnici per spiegare alla cittadinanza il funzionamento del piano di intervento».
Alice Ferraris